È innegabile che negli ultimi anni con lo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, sia diventato possibile raggiungere traguardi precedentemente inimmaginabili. Ad oggi infatti è possibile creare modelli personalizzati per imitare la voce di altre persone, facendo pronunciare loro un discorso, una filastrocca o cantare una canzone. Proprio a tal proposito, YouTube sarebbe nel bel mezzo di una serie di trattative con alcune delle principali etichette discografiche per ottenere una particolare autorizzazione.
Il colosso del mondo video infatti avrebbe contattato le principali major con lo scopo di rilasciare uno strumento IA in grado di creare dei video utili utilizzando le voci degli artisti. Questo dialogo risulta fondamentale, soprattutto alla luce del gran trambusto generato da un video di un cantante che cantò “Heart on My Sleeve” di The Weeknd usando la sua voce.
YouTube al lavoro su un nuovo tool IA, aperto il dialogo con le major
Sono stati diversi gli strumenti che YouTube ha annunciato in merito all’intelligenza artificiale per i suoi creators. L’evento di settembre infatti è stato emblematico in tal senso, mostrando novità come “Dream Screen” e “YouTube Create“.
Nelle ultime ore però si sarebbero intensificate le voci riguardanti la volontà del colosso di generare un nuovo tool che consentisse ai creatori di contenuti di generare dei video utilizzando le voci dei loro artisti preferiti. Durante l’ultimo evento di settembre non fu annunciata una novità del genere visto che, come oggi, non c’era alcun accordo con alcuna etichetta.
Secondo le principali fonti, YouTube starebbe continuando a negoziare con importanti etichette del mondo della musica, come Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group. Lo scopo sarebbe quello di ottenere i diritti all’utilizzo delle voci degli artisti all’interno degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale.
In realtà il dialogo risulta molto complicato in quanto c’è già un esempio rappresentato da Universal Music Group. La major ha chiesto infatti a Spotify e ad Apple Music di impedire che le loro canzoni siano utilizzate per scopi del genere.
Allo stesso tempo sarà difficile trovare artisti che siano concordi nello sviluppo di una soluzione di questo tipo. I negoziati vanno avanti e YouTube non si dà per vinta.