Così come avevamo anticipato nei giorni scorsi, Google ha portato al debutto su YouTube alcuni canali fruibili esclusivamente in abbonamento.
Nel presentare l’iniziativa, il team di YouTube ha spiegato che l’approccio pay-per-view viene incontro alle esigenze di molti produttori di contenuti. Nel 2007, infatti, Google ha avviato uno speciale programma di remunerazione per gli autori di contributi video pubblicati su YouTube: ad oggi sarebbero ben 1 milione i canali che producono reddito e che quindi si rivelano un’importante forma d’introito per chi realizza e pubblica video professionali.
Da quest’oggi, quindi, gli autori di video possono decidere per la creazione di canali a pagamento, accessibili dagli utenti previo versamento di un canone di abbonamento mensile variabile (da 99 centesimi di dollaro in su). Per ciascun canale in abbonamento viene offerta la possibilità di una visione gratuita per 14 giorni alla scadenza dei quali l’utente potrà decidere se versare o meno il canone richiesto.
Per ora si tratta di un esperimento che coinvolge un numero limitato di canali, rivolti all’utenza statunitense. È però probabile che Google estenda il programma al resto del mondo, così come fatto in passato per altri servizi. Dei 53 canali a pagamento appena attivati nessuno è disponibile in Italia così come negli altri Paesi europei.
Presto per dire se Google, con YouTube – che di recente ha superato il traguardo del miliardo di utenti mensili (YouTube varca la soglia del miliardo di utenti ogni mese), abbia intenzione di dichiarare guerra a Netflix ed agli altri servizi similari. Certo è che l’azienda di Mountain View sta facendo di tutto per stringere accordi commerciali con produttori di contenuti video di alto livello.