C’è movimento nel campo delle ricerche sul web. Dopo il progetto Volunia, tutto italiano, è la volta di un nuovo motore di ricerca che utilizza un approccio completamente innovativo. Gli sviluppatori di YaCy hanno presentato la versione 1.0 del loro prodotto: un’applicazione opensource che consente di allestire in proprio un motore di ricerca decentralizzato. Così come accade nel caso dei più noti servizi di file sharing, YaCy cresce grazie ai contributi provenienti dai vari “nodi” (“peer“) che compongono la rete e che sono ad essa connessi.
Ciascun peer, quindi, contribuisce ad estendere i risultati delle ricerche proposti agli utenti del motore e, contemporaneamente, può trarre vantaggio – per qualunque tipo di interrogazione – dagli altrui contributi.
Gli sviluppatori di YaCy hanno subito voluto chiarire che, per la sua natura, i contenuti posti in circolo sul motore di ricerca “peer-to-peer” non potranno essere eliminati e quindi non potranno essere oggetto di interventi di censura. Immediato il plauso di Karsten Gerloff, presidente di Free Software Foundation Europe che ha descritto il progetto YaCy come un importante tassello per comporre il mondo futuro, fatto di sistemi distribuiti, “peer-to-peer”.
Secondo le statistiche pubblicamente rilasciate dagli autori di YaCy, il prodotto – messo a disposizione sotto licenza GNU GPL – avrebbe già indicizzato circa 1,4 miliardi di pagine web e gestirebbe quasi 130.000 ricerche ogni giorno.
Il motore alla base del funzionamento di YaCy, stando a quanto riferito dagli stessi sviluppatori, può essere utilizzato sia per progetti “interni” (si può pensare di allestire uno strumento di ricerca, ad esempio, in una intranet aziendale), sia per creare prodotti accessibili pubblicamente.