Non sono soltanto le realtà occidentali a voler ridurre la loro dipendenza dalle aziende taiwanesi e cinesi per la produzione dei chip. Inserendosi nella crescente battaglia commerciale tra USA e Cina, Xiaomi decide di correre ai ripari per difendere e, se possibile, addirittura rafforzare la sua posizione nel mercato degli smartphone. L’azienda estremo-orientale si starebbe attrezzando per progettare in proprio i SoC (System-on-a-Chip) destinati ai suoi futuri dispositivi mobili.
Xiaomi sembra pronta a compiere un passo significativo verso l’indipendenza tecnologica. E il percorso non è certamente iniziato “ieri” visto che Bloomberg suggerisce come la produzione di massa dei nuovi chip del gigante cinese sia prevista già per il 2025.
Un progetto strategico per Xiaomi, che progetta i chip in autonomia
Lei Jun, presidente di Xiaomi, ha rivelato che il budget per la ricerca e sviluppo sarà incrementato dai 3,1 miliardi di euro del 2024 a 4 miliardi di euro nel 2025, con un focus su tecnologie fondamentali come AI, sistemi operativi e semiconduttori.
Progettare chip mobili rappresenta una sfida complessa, come dimostrano i precedenti tentativi di grandi aziende del settore. Intel, NVIDIA e persino OPPO hanno fallito nel conquistare quote significative di mercato nei semiconduttori per smartphone. Anche Samsung, leader globale nella produzione di smartphone, continua a fare affidamento sui chip Qualcomm per la maggior parte dei suoi dispositivi, riservando i processori Exynos a modelli “regionali” o di fascia più bassa.
Nel corso del tempo, tuttavia, abbiamo assistito anche a diversi casi di successo. Apple, ad esempio, con i suoi chip proprietari della serie A e i recenti Apple Silicon, ha rivoluzionato il mercato integrando processori ottimizzati nei suoi dispositivi. Anche Google, dal lancio del Pixel 6 nel 2021, ha adottato i chip Tensor, che evolveranno in una versione completamente progettata in-house, il Tensor G5, nel 2025.
Il ritorno di Xiaomi nei semiconduttori
Non è la prima volta che Xiaomi tenta di sviluppare chip proprietari. Nel 2017, l’azienda aveva lanciato il Surge S1, un SoC di fascia media per il Mi 5C, ma la forte concorrenza di Qualcomm e MediaTek ne limitò la diffusione. I successivi tentativi di sviluppare il Surge S2 furono abbandonati nel 2020 a causa di ostacoli tecnici e ritardi produttivi.
Con il nuovo progetto, Xiaomi mira a superare queste difficoltà, puntando non solo a migliorare la competitività dei suoi dispositivi mobili, ma anche a creare tecnologie per auto intelligenti e connesse.
Tutto da verificare, ovviamente, l’eventuale impatto sul mercato globale dei semiconduttori. Qualcomm e MediaTek, partner storici dell’azienda cinese, potrebbero vedere ridursi la loro quota di mercato, soprattutto se Xiaomi riuscirà a ottimizzare i suoi chip facendo breccia non soltanto in ambito mobile ma anche nel segmento automotive.