Ha fatto notizia la donazione di Xiaomi dei giorni scorsi che ha inviato presso il Dipartimento della Protezione Civile italiano decine di migliaia di mascherine. Accluso un biglietto con una frase tratta dal messaggio della fratellanza di Seneca: “siamo onde dello stesso mare, foglie dello stesso albero, fiori dello stesso giardino“.
Sulla scorta di quanto accaduto con l’epidemia globale da Coronavirus, il gigante cinese ha inoltre iniziato a sviluppare una mascherina intelligente che potrebbe essere utile nell’affrontare, in futuro, eventuali minacce biologiche.
Quando si parla di “minacce biologiche” ci si riferisce comunemente ai problemi legati alla diffusione per via aerea di tossine, virus e batteri. COVID-19, ad esempio, è un virus di dimensioni microscopiche, una minaccia invisibile che riesce a diffondersi con relativa facilità.
Il tema del tempestivo rilevamento di nuove minacce è complesso ma l’industria sembra a questo punto sempre più motivata a presentare soluzioni concrete. La maschera intelligente Xiaomi è in grado di analizzare la qualità dell’aria grazie ai vari sensori integrati e di identificare la presenza nell’aria di microrganismi dannosi.
Xiaomi commercializza già una maschera di alta qualità, Mi AirPOP PM2.5 e altre sue consociate producono e vendono altri prodotti particolarmente efficaci per la protezione del singolo individuo. Non si tratta però, ovviamente, di modelli intelligenti.
Mi AirPOP PM2.5, ad esempio, è una soluzione progettata per essere utilizzata in ambienti ad alto inquinamento ambientale in quanto dotata di un filtro antiparticolato a quattro strati in grado di fermare le piccole particelle (può essere usata per un massimo di 15 ore).
In un futuro meno lontano di quanto si possa pensare, una mascherina smart come quella progettata da Xiaomi potrebbe mettere in guardia dai rischi biologici.
Dotata di un complesso insieme di sensori e chip in grado di analizzare in tempo reale la qualità dell’aria e la presenza di microrganismi patogeni, la mascherina di casa Xiaomi si rivelerebbe particolarmente efficace.
Il progetto, va detto, è assai complicato, richiede un notevole investimento economico e la redditività è al momento ancora un punto interrogativo.
Ciononostante, Xiaomi ha registrato di recente un brevetto che fa appunto riferimento a un sistema di rilevamento intelligente capace di raccogliere dati in tempo reale e richiamare l’attenzione degli utenti sui potenziali pericoli.
In ogni caso, non è certo che Xiaomi possa davvero realizzare la sua mascherina smart: potrebbe trattarsi al momento di un semplice studio di fattibilità piuttosto che di un impegno che porterà allo sviluppo di un prodotto commerciale.