Nella giornata di mercoledì la piattaforma nota come X ha aggiornato la documentazione relativa all’informativa sulla privacy.
Di fatto, nella stessa viene specificato come il servizio apre a potenziali collaborazioni con terze parti, fornendo alle stesse dati per addestrare modelli di Intelligenza Artificiale. Il tutto senza esplicita approvazione da parte degli utenti. Così come già avvenuto con LinkedIn e in altre occasioni, i social network diventano dunque una sorta di enorme “database in vendita“, con enormi vantaggi economici per chi li gestisce e potenziali problemi lato privacy per gli utenti.
Nonostante X abbia già agito in modo simile per creare il modello Grok di xAI, questo è risultato comunque un prodotto “interno” all’ecosistema del social network una volta noto come Twitter. La modifica della documentazione va invece ad aprire a potenzialmente qualunque compagnia operante nel settore IA.
Nuova politica privacy di X: ecco quando sarà effettivamente attiva
La documentazione lascia spazio agli utenti per impedire questo tipo di processo. Nella stessa si legge come un profilo possa impedire la condivisione e divulgazioni dei dati, anche se l’informativa non fornisce spiegazioni chiare su come agire.
Allo stato attuale, nella sezione Privacy e sicurezza delle impostazioni è infatti possibile solo attivare o disattivare la condivisione dei dati on Grok e con altri generici “partner commerciali“. In ogni caso, l’informativa aggiornata dovrebbe essere attiva per il 15 novembre: per tale data, è probabile che sia disponibile per gli utenti una voce apposita.
X ha inoltre aggiunto una nuova sezione, battezzata Liquidated Damages (ovvero Danni liquidati) ai propri termini di servizio. In questa viene specificato come verrà perseguita ogni organizzazione che estragga contenuti dalla piattaforma senza il contesto della stessa. In caso di scraping, X si riserva di addebitare 15.000 dollari per ogni milione di post scansionati.
Sebbene la situazione sia spiacevole per molti utenti, non è la prima volta che X crea problemi ai propri iscritti. Giusto qualche mese fa sono stati segnalati diversi casi di shadowban, con contenuti normali segnalati erroneamente come spam.