La possibilità di vedere presto X a pagamento non è per niente remota e, anzi, in alcuni paesi è già realtà.
La piattaforma, fino a qualche mese fa conosciuta come Twitter, in Nuova Zelanda e Filippine richiede già un abbonamento per essere utilizzato. Nonostante la cifra richiesta sia di appena un dollaro all’anno, questo passo potrebbe portare a cambiamenti epocali, non solo nel contesto di X.
La sottoscrizione a pagamento entra a far parte del programma definito come Not A Bot che, stando al social network si è resa necessaria per “Rafforzare i nostri già significativi sforzi per ridurre lo spam, la manipolazione della nostra piattaforma e l’attività dei bot“. Sempre in questa ottica, i nuovi utenti iscritti nei suddetti paesi dovranno verificare il proprio account con un numero di telefono.
X a pagamento in Nuova Zelanda e Filippine: solo un modo per contrastare i bot?
Il motivo per cui la piattaforma proprietà di Elon Musk abbia scelto solo questi due paesi per lanciare questa nuova politica è avvolta da un certo alone di mistero. Per alcuni, Nuova Zelanda e Filippine sono probabilmente i due territori più soggetti alla creazione e all’utilizzo di bot.
Secondo quanto comunicato da X, chi non sottoscrive l’abbonamento non sarà del tutto tagliato fuori dal servizio “I nuovi utenti che rinunciano all’iscrizione potranno eseguire solo azioni di ‘sola lettura“. In parole povere, sarà comunque possibile visualizzare post e guardare video.
L’introduzione di meccanismi a pagamento nei social network non è una novità e potrebbe diventare una consuetudine. Se fino ad ora la “moneta” utilizzata per questi servizi era l’accesso alle informazioni degli utenti, l’iniziativa di X sembra andare in controtendenza.
Questa iniziativa potrebbe presto aprire la strada a soluzioni simili anche su altre piattaforme?