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Ennesimo cambio di nome per una distribuzione Linux che ha fatto e continua a far molto discutere. Chiamata in passato LinuxFX, poi WindowsFX e poi Wubuntu, la distro adotta il desktop environment KDE Plasma pesantemente personalizzato per imitare fedelmente l’interfaccia grafica di Windows 11. Il progetto nasce con l’intento dichiarato di offrire un rimpiazzo, pronto per l’uso, del sistema operativo Microsoft. Da qualche settimana, Wubuntu ha cambiato di nuovo nome per presentarsi come Winux.
Winux, ex Wubuntu, è concepito in maniera tale da replicare l’interfaccia utente di Windows 11 e supportare il caricamento diretto di file eseguibili (.exe
) utilizzando Wine e Bottles, un’interfaccia semplificata per Wine. La distribuzione è preconfigurata per lanciare software popolari come Microsoft Office, Adobe Reader, giochi tramite Steam ed Epic Games. Come “bonus”, Wubuntu integra il software utile per caricare anche le applicazioni Android.
Problemi con il marchio registrato Ubuntu?
La policy sulla proprietà intellettuale di Ubuntu specifica chiaramente che è necessario il permesso di Canonical per utilizzare marchi che terminano con Ubuntu. Anche nei nomi di dominio e negli URL usati per scopi commerciali.
Il nome Wubuntu suonava un po’ come se la corrispondente distribuzione appartenesse alla famiglia di derivate ufficiali di Ubuntu, come Kubuntu o Xubuntu, sulle quali Canonical detiene i diritti legati al marchio.
Il fatto che l’ultima versione di Wubuntu sia stata rinominata in Winux potrebbe indicare la consapevolezza su questi problemi e segnalare un tentativo di distanziarsi da qualunque contestazione.
Funzionalità e Power Tools: l’anima di Winux, ex Wubuntu
Al di là delle somiglianze estetiche con Windows 11, Wubuntu – come osservato in precedenza – si basa sull’ambiente desktop KDE. L’intero tema Windows 11, incluse le icone, i font e la configurazione del file manager Dolphin, è in realtà un progetto separato disponibile nel KDE Store e su GitHub con il nome di Win11OS-KDE.
Winux, e prima ancora Wubuntu, quindi, assemblano diversi progetti di terze parti in un unico sistema.
Per quanto riguarda il software preinstallato, le applicazioni Microsoft come OneNote ed Excel sono in realtà collegamenti Web alle versioni online di Office 365. Allo stesso modo, Copilot non è la versione integrata in Windows, ma semplicemente una finestra del browser sprovvista di interfaccia che visualizza la versione Web. Anche l’integrazione di OneDrive poggia su un client per Linux, disponibile su GitHub.
L’unica caratteristica apparentemente sviluppata specificamente per Winux/Wubuntu è un insieme di strumenti chiamati Power Tools. Questa finestra di dialogo di sistema ricorda da vicino la struttura delle impostazioni di Windows 11.
La chiave di registrazione a pagamento (che può essere richiesta opzionalmente) sembra fornire un supporto migliore per questi specifici Power Tools, ma non per il tema, le applicazioni Microsoft o altri software di terze parti.
Le origini controverse del progetto Winux
Le motivazioni dei rebranding che si sono susseguiti sarebbero da ricondursi, secondo diversi osservatori, ad alcuni scandali che hanno colpito il progetto LinuxFX nell’aprile 2022, principalmente legati alla sicurezza del database dei clienti.
È emerso che tale database, che registrava ogni sistema LinuxFX per tracciare le licenze, presentava gravi vulnerabilità di sicurezza. Le credenziali di accesso erano addirittura codificate (hardcoded) all’interno dei sistemi LinuxFX, permettendo una connessione diretta al database senza passare attraverso le API. La fuga di dati ha inoltre esposto gli indirizzi email associati alle chiavi prodotto a pagamento e gli indirizzi IP di tutte le macchine LinuxFX attive.
La pezza che in seguito fu posta risultò peggiore del buco. Durante una seconda verifica, emerse una master key in grado di attivare un numero infinito di installazioni di LinuxFX. Inoltre, i responsabili del progetto memorizzarono le credenziali del database in chiaro su un server Web, con il programma di attivazione che le recuperava tramite curl
all’occorrenza.
Quella debacle, documentata qui e qui con dovizia di particolari, non può non incidere pesantemente sulla reputazione di un progetto che si autodefinisce come “un sistema operativo super sicuro completamente ispirato a Microsoft Windows“.
Mancata condivisione del codice sorgente
In linea generale, una distribuzione Linux dovrebbe rendere disponibili i propri sorgenti. Sul sito di Winux, invece, c’è solo un file ISO (peraltro ospitato su Sourceforge).
La licenza GPL (GNU General Public License) richiede che il codice sorgente sia accessibile, pur non imponendo alcuna piattaforma specifica per la distribuzione. Nel caso di Debian/Ubuntu, distribuzione sulla quale si basa Winux, i sorgenti sono disponibili tramite repository apt o mirror HTTP/FTP (ad esempio packages.ubuntu.com).
Dal punto di vista legale, la distribuzione di una versione modificata di Ubuntu senza pubblicare i sorgenti può essere problematica se si utilizzano componenti coperti da licenze che richiedono la condivisione del codice modificato (come appunto la GPL e diverse varianti). Ubuntu e la maggior parte dei suoi componenti sono rilasciati sotto licenze che impongono la disponibilità del codice sorgente per le modifiche distribuite. Se Wubuntu/Winux include modifiche a tali componenti e non pubblica i sorgenti, ciò potrebbe violare le condizioni di tali licenze. Tuttavia, se Wubuntu/Winux si limita a configurazioni, temi e pacchetti senza modificare il codice sorgente, potrebbe non essere obbligata a pubblicare il codice.
Le alternative affidabili
Per chi proprio non volesse rinunciare a un desktop environment e a un tema che ricordano da vicino Windows, una buona idea consiste nell’optare per Kubuntu, una derivata ufficiale di Ubuntu che utilizza l’ambiente desktop KDE.
Kubuntu può essere facilmente personalizzato per assomigliare a Windows 11 utilizzando il tema Win11OS-KDE, i pacchetti di icone e creando scorciatoie per le app Office Online.
L’installazione manuale di browser come Edge o Chrome e piattaforme come Steam è un processo che, sebbene possa essere impegnativo per i neofiti, offre una migliore comprensione del funzionamento del sistema. Affidarsi a una distribuzione come Kubuntu, supportata da una vasta comunità, garantisce maggiore affidabilità e sicurezza.
Come alternativa, citiamo anche Q4OS, anch’essa una distribuzione Linux basata su Debian che offre la possibilità di installare diversi temi che ricalcano il layout delle varie versioni di Windows. Da menzionare anche Zorin OS che si presenta come il sostituto di Windows 10, con la fine del supporto ormai dietro l’angolo.