WordPress è in crisi? Vi raccontiamo cosa sta succedendo

La recente disputa legale tra Automattic e WP Engine ha portato a tensioni significative all'interno dell'ecosistema WordPress. Accuse reciproche e azioni legali hanno avuto un impatto diretto sugli aggiornamenti e sul contributo del progetto open source. Come reagirà la comunità?

Negli ultimi mesi, WordPress è balzato agli “onori” delle cronache non tanto per l’aggiunta di nuove funzionalità o per l’integrazione di novità strettamente correlate con il popolare CMS. Si è invece parlato tanto delle “beghe legali” che hanno interessato il noto progetto open source. Tutto è iniziato con la notizia della vertenza legale intentata da WP Engine nei confronti di WordPress, Automattic e del fondatore Matt Mullenweg. Quell’iniziativa ha portato a una risposta legale nei confronti di WP Engine, uno dei tanti provider che forniscono soluzioni di hosting basate su WordPress.

Mullenweg ha accusato WP Engine di “sfruttare l’ecosistema” open source senza fornire un adeguato supporto alla comunità, definendo il provider statunitense addirittura come “un cancro per WordPress” durante la conferenza WordCamp. Le affermazioni, che hanno subito fatto il giro del mondo, hanno messo in discussione il contributo di WP Engine nei confronti del progetto open source, sottolineando che l’azienda trarrebbe vantaggio dalla piattaforma senza restituire sufficienti risorse per il suo sviluppo.

Dopo la causa intentata da WP Engine, per tutta risposta Mullenweg ha bloccato l’accesso dei plugin WP Engine ai server WordPress.org, impedendo così agli utenti di ricevere aggiornamenti critici.

La prima vittoria di WP Engine e le conseguenze per la comunità WordPress

Il 10 dicembre 2024, WP Engine ha ottenuto un’ingiunzione preliminare ai danni della rivale Automattic. I giudici hanno stabilito che l’azienda guidata da Mullenweg è tenuta a permettere l’accesso alle risorse di WordPress.org da parte di WP Engine e deve interrompere ogni “interferenza” con i plugin WP Engine.

Mullenweg, visibilmente frustrato, ha reagito con una serie di dichiarazioni pubbliche, inclusi commenti piuttosto sarcastici. Durante le festività natalizie, inoltre, il CEO ha forzosamente sospeso le attività del sito WordPress.org. La piattaforma WordPress.org è tornata in servizio il 4 gennaio, ma gli aggiornamenti di plugin e temi non sono stati esaminati fino ad allora.

La notizia più sorprendente è stato l’annuncio con cui si informava che Automattic avrebbe ridotto il suo contributo su WordPress, limitando le ore settimanali a sole 45, un drastico calo rispetto alle quasi 4.000 ore precedenti. La decisione è stata giustificata come una risposta agli “attacchi legali” da parte di WP Engine, ma è stata anche vista come un passo deciso verso progetti commerciali (come WordPress.com).

Le 45 ore non sono state scelte a caso: Mullenweg criticava aspramente WP Engine facendo presente che il numero delle ore dedicate alla contribuzione sul progetto WordPress non superava le 40 (nel frattempo scese a 20). E adesso arriva la conferma del nuovo approccio: Automattic concentrerà la manciata di ore settimanali, molto probabilmente, sulle problematiche di sicurezza e sugli aggiornamenti critici per WordPress. Null’altro.

La crisi della leadership in WordPress

Questi eventi sollevano interrogativi sul futuro di WordPress come progetto open source. Automattic, pur essendo da sempre un attore fondamentale nello sviluppo di WordPress, ora sembra concentrare le sue risorse sui progetti a pagamento, lasciando il futuro dell’open source in mano alla comunità.

Altro segnale certamente preoccupante per la comunità, consiste nello scioglimento del WordPress Sustainability Team, un gruppo di volontari che aveva come obiettivo il miglioramento della sostenibilità del progetto open source. Il principale membro del team, Thijs Buijs, si è dimesso, citando come motivazione il comportamento di Mullenweg e la direzione che il progetto stava imboccando.

Nonostante tutto, Mullenweg continua a restare in prima linea, dal momento che detiene il controllo su risorse cruciali come WordPress.org.

Possibili soluzioni per la comunità

La comunità potrebbe dover prendere in mano la situazione: non è esclusa la creazione di infrastrutture alternative o addirittura di fork di WordPress. Mullenweg aveva dato la sua benedizione al fork battezzato FreeWP ma più di recente il numero uno di Automattic ha deciso di disattivare gli account degli utenti coinvolti in discussioni su possibili fork.

Mullenweg ha inquadrato le disattivazioni degli account come un modo per dare alle persone la spinta di cui hanno bisogno per iniziare i loro nuovi progetti. Account WordPress.org sono necessari per inviare temi, plugin e codice “core”: gli interventi posti in essere sembrano quindi davvero confermare che non si è più i benvenuti come contributori di WordPress se si mette in dubbio l’operato di Mullenweg.

Il mare WordPress è sempre più in tempesta e le previsioni non promettono nulla di buono.

Ti consigliamo anche

Link copiato negli appunti