WordPress e Automattic denunciati: cos'è successo (Aggiornamento)

Matt Mullenweg, CEO di Automattic e co-fondatore di WordPress, ha attaccato il provider WP Engine per la disattivazione della funzionalità di revisione. Ha denunciato la pratica come dannosa per l'integrità dei contenuti. WP Engine ha avviato una vertenza legale contro Mullenweg, accusandolo di diffamazione.

Matt Mullenweg, co-fondatore del progetto WordPress e CEO di Automattic, ha recentemente pubblicato un post al vetriolo sul blog ufficiale del popolare CMS (Content Management System). Ha puntato il dito dritto contro WP Engine, un provider che fornisce servizi di hosting per istanze di WordPress e WooCommerce.

Il numero uno di Automattic (dopo riassumeremo il ruolo della società) spiega che WordPress è un sistema di gestione dei contenuti, e il contenuto è sacro. Ogni modifica che ciascun utente applica su ogni pagina, a ogni singolo post, è tracciata da un sistema di revisione, proprio come avviene ad esempio su Wikipedia. Ciò significa che se si commette un errore, è sempre possibile tornare indietro e annullarne gli effetti. Per ciascuna pagina è possibile verificare la cronologia di modifiche che, ad esempio, hanno portato alla produzione della sua veste finale.

Mullenweg critica aspramente il comportamento di un provider come WP Engine che disattiva le revisioni per default all’interno di tutte le installazioni di WordPress. Secondo il CEO di Automattic, WP Engine dichiarerebbe che il sistema di revisioni rallenta WordPress quando in realtà l’unica vera ragione per cui si procede alla disabilitazione automatica su oltre 1,5 milioni di installazioni di WordPress è evitare di memorizzare dati aggiuntivi.

WP Engine denuncia WordPress e Mullenweg passa al contrattacco

La tesi di Mullenweg è chiara: WP Engine non vuole spendere denaro per gestire le revisioni dei contenuti degli utenti. La decisione del provider “colpisce il cuore di ciò che fa WordPress e lo manda in frantumi, colpisce l’integrità dei tuoi contenuti. Se commetti un errore, non hai modo di recuperare i tuoi contenuti, infrangendo la promessa fondamentale di ciò che fa WordPress, ovvero gestire e proteggere i tuoi contenuti“, scrive il numero uno di Automattic.

Dopo aver provato l’effettiva funzionalità dello strumento di revisione su tutte le piattaforme di hosting consigliate su WordPress.org, Mullenweg sostiene che WP Engine è l’unico provider ad aver rimosso tale meccanismo. “Perché WP Engine è l’unico che lo fa? Stanno facendo strip mining sull’ecosistema WordPress, dando ai nostri utenti un’esperienza più scadente in modo che possano fare più soldi“, scrive ancora il CEO. E fa riferimento alla pagina di supporto su WP Engine.

Mullenweg ci va ancora più pesante dicendo che ciò che WP Engine offre non è WordPress ma una versione “tagliata, hackerata, massacrata per farla sembrare WordPress. In realtà ti stanno dando una copia economica e ti stanno facendo pagare di più“.

L’avvio di una vertenza legale da parte di WP Engine

Dopo la “bordata” di Mullenweg, WP Engine ha comunicato – attraverso i suoi legali – di aver avviato una vertenza nei confronti della controparte: “le dichiarazioni false, fuorvianti e denigratorie di Mullenweg sono perseguibili legalmente. Sono state fatte a membri chiave di WordPress e dell’ecosistema software e tecnologico più ampio, inclusi dipendenti e clienti di WP Engine al WordCamp US, e sono state trasmesse in streaming live in tutto il mondo tramite YouTube. Tra le altre cose, le parole e le azioni di Mullenweg minacciano di danneggiare, e sembrano intenzionali, l’attività e la reputazione di WP Engine all’interno della comunità WordPress e oltre, e interferiscono in modo illecito con i rapporti contrattuali di WP Engine con i suoi dipendenti
e clienti“.

WP Engine contesta non solo il contenuto del post pubblicato da Mullenweg ma anche le dichiarazioni rilasciate durante il WordCamp 2024, svoltosi nei giorni scorsi.

In quell’occasione, Mullenweg ha criticato anche Silver Lake, società di private equity, accusata di “svuotare una comunità open source” come quella di WordPress.

Qual è il rapporto tra Automattic e WordPress?

WordPress è un software open source per la creazione di siti Web, ecommerce e blog, ma Automattic – società fondata dallo stesso Mullenweg – non controlla direttamente lo sviluppo del core di WordPress. Quest’ultimo è gestito dalla WordPress Foundation, un’organizzazione senza scopo di lucro.

Il ruolo di Automattic in WordPress è principalmente orientato verso i servizi commerciali. La società gestisce WordPress.com, una piattaforma di hosting che offre una versione semplificata e gestita di WordPress per utenti meno esperti o che preferiscono non occuparsi dell’aspetto tecnico del sito. Automattic sviluppa anche numerosi plugin e servizi legati a WordPress, tra cui WooCommerce (per l’ecommerce), Jetpack (per la sicurezza e la performance) e Akismet (per la protezione dallo spam).

Mullenweg sbotta osservando che Automattic contribuisce con oltre 3.900 ore di lavoro settimanali alla crescita di WordPress mentre WP Engine ne dedica appena 40.

Anche Automattic denuncia WP Engine

Il co-fondatore di WordPress ha confermato che WP Engine ha avviato una vertenza nei confronti di lui stesso, di WordPress.org e di Automattic. E nel suo ultimo intervento spiega di aver messo in campo il team legale: “stiamo facendo lo stesso contro di loro, quindi potrei non essere in grado di commentare troppo la questione in futuro“.

Con WP Engine, comunque, c’erano vecchie ruggini: sia dall’intervento di Mullenweg al WordCamp 2024, sia dai contenuti dei suoi post, si capisce che il CEO di Automattic avrebbe ripetutamente contestato un utilizzo non autorizzato di marchi e loghi ufficiali. “Mia madre era confusa e pensava che WP Engine fosse una cosa ufficiale. Il loro marchio, marketing, pubblicità e l’intera promessa ai clienti è che ti stanno dando WordPress, ma non è così. E stanno traendo profitto dalla confusione” è l’incipit della nota che ha fatto scatenare la diatriba legale.

Uso improprio del marchio e dei loghi di WordPress e WooCommerce

A dimostrazione del fatto che la contestazione sulla rimozione della funzionalità di revisione nelle istanze di WordPress installate su WP Engine fosse soltanto la punta dell’iceberg, il 26 settembre è arrivata la prova provata. Automattic sostiene che per anni ha provato a far sì che WP Engine ottenesse una licenza commerciale per l’uso del marchio e contribuisse al software sul quale basa il suo business. Un business valutato in circa mezzo miliardo l’anno, dopo l’acquisizione da parte di Silver Lake nel 2018.

Nell’ennesimo post al vetriolo, l’azienda di Mullenweg sostiene provocatoriamente: “se donaste un dollaro alla WordPress Foundation, sareste un donatore più generoso di WP Engine“. Sottolineando che in tutto questo tempo WP Engine avrebbe rifiutato di collaborare e contribuire.

Così, il 23 settembre Automattic ha inviato una lettera di “cease and desist” a WP Engine, tramite il suo ufficio legale. Sostiene che l’utilizzo dei marchi e loghi di WordPress e WooCommerce non sia autorizzato e che nel corso del tempo il comportamento di WP Engine abbia ripetutamente confuso gli utenti finali.

Attenzione anche all’uso della sigla WP per indicare WordPress

Nel frattempo, la WordPress Foundation ha anche aggiornato la sua pagina dedicata alle policy sui marchi includendo quanto segue: “sebbene l’abbreviazione WP non sia inclusa tra i marchi WordPress, si prega di non utilizzarla in un modo che possa creare confusione per le persone. Ad esempio, molte persone credono che WP Engine stia per WordPress Engine e sia ufficialmente associato a WordPress, ma non è così“.

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