Negli ultimi anni i Chromebook hanno aumentato notevolmente il loro potenziale e oggi rappresentano una valida alternativa ai sistemi Windows e macOS in molti frangenti. Ne è passata di acqua sotto i ponti da quando furono presentati i primi modelli di Chromebook contraddistinti da un costo molto basso, da una notevole semplicità d’uso e dalla facilità di gestione, chiavi del successo soprattutto nel segmento educativo.
Oggi i Chromebook ampliano il loro mercato e diventano adatti a molteplici tipologie di utilizzo. Da dispositivi orientati esclusivamente al cloud, i Chromebook sono diventati più di recente in grado di installare le app Android grazie all’arrivo del Play Store in Chrome OS.
Poi è arrivato il supporto per le applicazioni Linux: all’evento Google I/O 2019 i rappresentanti dell’azienda di Mountain View annunciarono la possibilità di avviare applicazioni Linux così come se fossero eseguite in un ambiente virtualizzato.
A giugno Google annunciò l’avvio di una collaborazione con Parallels al fine di estendere ulteriormente le abilità dei Chromebook: Alleanza tra Google e Parallels per portare le applicazioni Windows su Chrome OS. Parallels è infatti un’azienda che mette a disposizione dei suoi clienti software per la virtualizzazione che si appoggiano alle estensioni hardware.
Quasi sicuramente, almeno in una fase iniziale, Windows potrà essere eseguito in un ambiente virtualizzato solo sui Chromebook destinati ad aziende e professionisti, non sui prodotti destinati al mondo consumer.
Per caricare Windows 10 in Chrome OS verrà utilizzato Parallels Desktop ma quasi sicuramente si userà una soluzione come Parallels Coherence per eseguire i programmi Windows installati nella macchina virtuale un po’ come se fossero applicazioni native di Chrome OS.
I portavoce di Google hanno comunque confermato che il futuro è nelle applicazioni PWA, peraltro abbracciate anche da Microsoft.
Va detto che il supporto di Windows nei Chromebook appare più un problema commerciale che tecnico. Uno sviluppatore indipendente, Mace Moneta, ha dimostrato di poter avviare un’immagine di Windows 10 sul suo ASUS Flip C436.
Chrome OS supporta già macchine virtuali che girano all’interno di container ed è questo il modo con cui i programmi Linux possono girare sui Chromebook. Moneta ha quindi confermato che si può installare Windows all’interno di un container nello spazio dove normalmente si installerebbe una distribuzione Linux (a meno che Google non imponga qualche tipo di restrizione).
Moneta ha messo in evidenza che il suo Flip C436 ha potuto utilizzare anche l’accelerazione hardware per eseguire Windows.
Il Flip C436 è un dispositivo relativamente recente e potente con un processore Intel Core Comet Lake di decima generazione e almeno 8 GB di memoria LPDDR3 oltre a 128 GB di SSD PCIe NVMe.
Sebbene l’esperimento condotto da Moneta sia di indubbio valore, non significa necessariamente che Windows 10 possa essere installato su qualsiasi vecchio Chromebook: lo vedremo più avanti.