Windows 7 sarà supportato fino al 14 gennaio 2020: lo conferma Microsoft stessa in questa pagina chiarendo che coloro che utilizzando una qualsiasi edizione di Windows 7 correttamente aggiornata al Service Pack 1 (SP1) potranno godere del supporto extended e continuare quindi a ricevere gli aggiornamenti di sicurezza per il sistema operativo.
Microsoft, però, sembra però aver imposto qualche nuova limitazione per gli utenti che utilizzano alcuni modelli di processori su macchine Windows 7.
Dopo la decisione di impedire l’utilizzo delle CPU Intel e AMD più recenti (ad esempio i processori Kaby Lake e Ryzen) con Windows 7 e Windows 8.1 (vedere Hardware non supportato in Windows 7 e Windows 8.1 eseguendo Windows Update) adesso la società di Redmond conferma di non supportare più le CPU sprovviste delle estensioni SSE2, set di istruzioni presentate da Intel nel 2000 con i processori Pentium 4 basati su core Willamette.
Chi ancora utilizza processori molto vecchi con Windows 7 vedrà comparire una schermata blu ma Microsoft non ha intenzione di correggere il problema. Mentre fino a qualche giorno fa nella corrispondente pagina di supporto compariva il messaggio “Microsoft sta lavorando a una risoluzione e fornirà un aggiornamento in una delle prossime versioni“, adesso tale indicazione (che continua ad apparire nella versione in italiano della pagina) è stata sostituita con la seguente: “Upgrade your machines with a processor that supports SSE2 or virtualize those machines“.
In altre parole non c’è soluzione: Microsoft suggerisce di passare a un processore più moderno che supporti il set di istruzioni SSE2 o di virtualizzare le macchine più “datate”.
Il “cambio di rotta” di Microsoft interessa gli utenti che ancora usano Pentium III con Windows 7.