Sembra ormai scontato che la prossima versione del sistema operativo Microsoft che sarà presentata il 24 giugno alle ore 17 italiane possa chiamarsi Windows 11: più passano le ore e sempre più numerose sono le conferme in tal senso.
Esaminando la documentazione Microsoft riferita alla “prossima generazione di Windows” sono emersi chiari riferimenti a Windows 11 SE, versione speciale della quale ancora non si hanno ovviamente notizie ufficiali.
Windows 11 SE sarà di certo un’alternativa alle tradizionali versioni del sistema operativo ma non è dato sapere a quali categorie di utenti si rivolgerà. Vediamo comunque due diverse possibilità.
In primo luogo Windows 11 SE potrebbe rappresentare un nuovo tentativo da parte di Microsoft di imporsi sui dispositivi di tipologia e fattore di forma differente rispetto ai PC desktop e ai notebook.
Un po’ come fatto con Chrome OS da parte di Google, Windows 11 SE non sarebbe installabile da tutti gli utenti e verrebbe preinstallato su dispositivi specifici destinati al mondo business o education.
Per non ripetere le precedenti esperienze fallimentari che ad esempio, nel recente passato, hanno contraddistinto Windows 10 in modalità S, Windows 11 supporterebbe i programmi Win32 massimizzando quindi compatibilità e interoperabilità con le altre versioni del sistema operativo.
La seconda possibilità che Windows 11 SE possa concretizzare l’idea di Windows 10 Cloud PC emersa lo scorso anno.
Windows 11 SE potrebbe quindi essere un sistema operativo progettato per i professionisti e i clienti aziendali in grado di consentire l’utilizzo delle applicazioni in modalità cloud usando un’istanza di Windows virtualizzata.
Si tratterebbe quindi di un’offerta Desktop-as-a-Service per utilizzare Windows e tutti i programmi installati ovunque ci si trovi appoggiandosi al cloud di Microsoft. Le risorse computazionali sarebbero messe a disposizione proprio su Azure con diversi livelli di servizio (fino a 3 vCPU, 8 GB di RAM, 40 GB di storage SSD e grafica accelerata ottimizzata per la scalabilità e l’elaborazione dei dati) e gli utenti remoti potrebbero usare i vari programmi senza installare nulla in locale.
Sarà insomma un’esperienza lontana dal semplice utilizzo di Desktop remoto, prerogativa degli amministratori di rete e dei tecnici, molto più vicina invece alla sensibilità e alle aspettative degli utenti finali.