Sappiamo che esistono diversi modi per installare Windows 11 su un PC non compatibile ed eseguire il più recente sistema operativo Microsoft senza limitazioni. Ed è la stessa azienda di Redmond a descrivere, nella documentazione ufficiale, alcune di queste modalità. Windows 11, tuttavia, potrebbe ben presto non consentire più l’installazione sui dispositivi che non soddisfano i requisiti minimi. In particolare, Windows 11 starebbe per diventare molto più intransigente nel controllo delle CPU compatibili.
Il vento del cambiamento sembra soffiare con l’arrivo di Windows 11 build 25905, ultima versione di anteprima destinata agli utenti iscritti al programma Windows Insider. Pur facendo uso delle modifiche volte a disattivare i controlli all’avvio dell’installazione di Windows 11, la più recente release del sistema operativo non ne vuole più sapere di caricarsi sui sistemi dotati di vecchie CPU. Un utente, ad esempio, ha confermato che le recenti versioni di anteprima pubblicate nel canale Canary di Windows 11 non s’installano su macchine dotate di processori Intel Core 2 Duo o di altre CPU considerate ormai superate.
Windows 11 più severo nel controllo dei requisiti per l’installazione
L’aspetto interessante è che sostituendo il file install.wim
, contenuto nei supporti d’installazione delle precedenti versioni di Windows 11, con quello tratto dalla build 25905, il sistema operativo non s’installa più. Si tratta di una conferma relativa al fatto che Microsoft ha effettivamente applicato importanti modifiche proprio a livello del file install.wim
.
Come abbiamo visto nell’articolo citato in apertura, infatti, fino ad oggi i controlli su presenza e abilitazione del chip TPM 2.0, sulla CPU e RAM installate, sull’effettiva attivazione della funzionalità Secure Boot in avvio, venivano svolti prima del caricamento del contenuto di install.wim
utilizzando apposite librerie contenute nella cartella sources
del supporto d’installazione.
Microsoft si appresta invece a “cambiare tutto” con un controllo dei requisiti per l’installazione di Windows 11 che sembra farsi molto più intransigente.
In futuro, quindi, le opzioni di bypassing integrate all’interno di strumenti software come Rufus e Ventoy potrebbero quindi risultare inefficaci. E non soltanto quelle relative alle verifica della CPU presente sul sistema ma anche quelle che permettono di evitare ogni controllo su TPM, RAM e Secure Boot.
Incomprensibile la scelta di limitare ulteriormente l’installazione del sistema
Abbiamo già detto che la scelta di limitare l’installazione di Windows 11 alle CPU Intel Kaby Lake (ottava generazione) e successive nonché ai processori AMD Ryzen 2000 e seguenti risulta incomprensibile. Anche perché un’ampia schiera di sistemi delle precedenti generazioni, soprattutto se supportata da un’adeguata dotazione di memoria RAM, permette di eseguire Windows 11 con prestazioni eccellenti.
L’obiettivo era evidentemente quello di sollecitare l’acquisto di nuovi PC equipaggiati con Windows 11 dando una scossa al mercato. Qualcuno riteneva che con il tempo Microsoft avrebbe “allentato le maglie” permettendo l’installazione di Windows 11 su un numero sempre più ampio di dispositivi. A tutto vantaggio delle quote di mercato appannaggio del nuovo sistema operativo. In realtà non soltanto non è successo ma Microsoft si accinge ora a implementare un meccanismo che impedisce ciò che fino ad oggi era possibile fare per tutti gli utenti interessati (installazione manuale su PC non compatibili).
Ancora una volta, come scrivevamo già due anni fa, Windows 10 è destinato a diventare immortale, seguendo un po’ quanto già avvenuto in passato nel caso di Windows 7.