WiFi e telefonia mobile potrebbero condividere le frequenze sui 6 GHz

Sul tavolo la possibilità di attivare la condivisione ibrida delle frequenze sui 6 GHz rendendole disponibili sia per i dispositivi WiFi che per gli operatori di telefonia mobile con licenza. Di che cosa si tratta.
WiFi e telefonia mobile potrebbero condividere le frequenze sui 6 GHz

Lo spettro delle frequenze nelle telecomunicazioni si riferisce alla gamma di frequenze utilizzate per la trasmissione dei messaggi via radio. Le onde elettromagnetiche, come onde radio, microonde, infrarossi, luce visibile, ultravioletti, raggi X e raggi gamma, possono essere suddivise in diverse bande di frequenza, ognuna delle quali ha caratteristiche e utilizzi specifici. WiFi e telefonia mobile utilizzano frequenze differenti ma l’idea di Ofcom, Autorità per la regolamentazione delle telecomunicazioni nel Regno Unito, è quella di attivare una condivisione ibrida.

Le diverse bande di frequenza sono allocate e gestite in modo da minimizzare le interferenze tra i servizi e garantire un uso efficiente dello spettro. Ciò risulta essenziale per facilitare le comunicazioni wireless e la trasmissione delle informazioni da un dispositivo all’altro.

Traffico dati in crescita su WiFi e telefonia mobile

È vero che Ofcom è un’Autorità regolatrice del Regno Unito ma è comunque membro dell’Istituto europeo per le norme di telecomunicazione (ETSI). Le proposte avanzate Oltremanica, quindi, potrebbero comunque essere prese in considerazione e addirittura riconosciute e implementate a livello europeo.

La domanda di dati è cresciuta in modo significativo negli ultimi anni. La tendenza è che continui a crescere in modo massiccio già nel prossimo futuro. Le frequenze disponibili nello spettro radio sono limitate e vanno considerate come una risorsa preziosa, dalla quale dipendono tutte le radiocomunicazioni.

La banda sui 6 GHz è attualmente al centro dell’interesse perché vista come uno strumento utile a supportare la continua crescita del traffico. Dei 6 GHz parliamo spesso, ultimamente, per via del lancio sul mercato di tanti router e dispositivi WiFi 6E. Come abbiamo visto nelle differenze tra WiFi 6 e WiFi 6E, per la prima volta dopo tanti anni WiFi 6E introduce l’utilizzo di una terza banda (frequenze sui 6 GHz, appunto) accanto a quelle ormai ben note: 2,4 e 5 GHz.

Mentre però negli USA, la banda destinata alle comunicazioni WiFi 6E si estende tra i 5.925 MHz e, addirittura i 7.125 MHz, i canali disponibili in Europa per WiFi 6E sono decisamente più ridotti e lo spettro destinato per queste comunicazioni va da 5.925 MHz fino a 6.425 MHz. Una bella differenza!

Condivisione ibrida delle frequenze

Come spiega Ofcom, proprio quella porzione aggiuntiva di banda che negli USA è stata assegnata a WiFi 6E, potrebbe essere destinata alla condivisione ibrida con la telefonia mobile. Si parla delle frequenze comprese tra 6.425 MHz e 7.125 MHz che potrebbero essere messe “a fattor comune” tra gli utenti che si servono del WiFi e coloro che usano device mobili.

I router WiFi tendono a essere utilizzati prevalentemente al chiuso, gestendo il traffico a banda larga all’interno di un’area interna localizzata. Le antenne della telefonia mobile si trovano invece, ovviamente, all’aperto fornendo un raggio di copertura molto più vasto.

Per questo motivo, Ofcom sta valutando la possibilità di abilitare l’uso interno del WiFi sulle frequenze fino a 7.125 MHz consentendo anche l’uso da parte degli operatori di telefonia mobile con licenza all’aperto.

L’Autorità aggiunge inoltre che potrebbe essere possibile abilitare l’uso in mobilità con licenza in specifiche località ad alto traffico, consentendo l’uso del WiFi altrove. Sarebbe fattibile anche dare la priorità al WiFi in aree specifiche consentendo l’uso delle frequenze da parte dei dispositivi mobili in altre zone.

Stiamo cercando di identificare appropriati meccanismi di condivisione ibrida per facilitare la coesistenza tra dispositivi mobili con licenza e WiFi in questa banda dei 6 GHz. Stiamo anche premendo per l’armonizzazione internazionale della condivisione ibrida così da aprire le porte ad economie di scala per le apparecchiature“, si legge in una nota di Ofcom.

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