Il 5 novembre scorso avevamo dato notizia dell’avvio di un iter per mandare finalmente “in pensione” quelle restrizioni, imposte dal 2006 dopo l’approvazione del cosiddetto Decreto Pisanu, che – di fatto – hanno sempre rappresentato uno scoglio pressoché insormontabile alla diffusione del “Wi-Fi libero” nel nostro Paese.
E’ di queste ore la notizia della pubblicazione, sul sito web del Senato, di un disegno di legge (DLL n° 2494) che mira ad abrogare completamente il discusso articolo 7 del Decreto Pisanu (legge 31 luglio 2005, n°155) ossia la parte della normativa che prevede la richiesta di una specifica autorizzazione al questore da parte di qualunque soggetto che desideri mettere a disposizione pubblica dei terminali telematici. Il decreto prevede inoltre la “preventiva acquisizione di dati anagrafici riportati su un documento di identità dei soggetti che utilizzano postazioni pubbliche non vigilate per comunicazioni telematiche ovvero punti di accesso ad Internet utilizzando tecnologia senza fili“.
Nel testo del disegno di legge si legge: “gli appesantimenti burocratici dovuti a fotocopiature e archiviazioni dei documenti degli utenti sono stati indicati come fattori fortemente penalizzanti per lo sviluppo delle nuove tecnologie e degli strumenti del web. E’ stato, inoltre, evidenziato che in nessun paese occidentale è prevista una normativa tanto rigorosa sull’accesso alle reti Internet e soprattutto al Wi-Fi“. Si prosegue ammettendo come negli ultimi anni vi sia stata una strordinaria evoluzione tecnologica che offre soluzioni diverse rispetto alle limitazioni fissate nel Decreto Pisanu e che permettono comunque attività di tipo investigativo, allorquando ciò dovesse rendersi necessario.
Il testo del disegno di legge n° 2494 è consultabile, in formato PDF, cliccando qui. Con le festività natalizie che incombono è assai improbabile che il DDL possa venire approvato entro la fine dell’anno ma da più parti si auspica che ciò possa avvenire nel più breve tempo possibile anche considerando il fatto, come spiega l’avvocato Guido Scorza, che il provvedimento “si limita a prevedere l’abrogazione dell’art. 7 senza neppure far riferimento – così come inizialmente ipotizzato dallo stesso Ministro Maroni – forme di identificazione “light”“.