Con la diffusione capillare di WhatsApp e le chat di gruppo, è cominciato a diffondersi in modo insistente anche il fenomeno dello spam.
L’app di messaggistica per eccellenza, a quanto pare, ha però preso posizione contro questo fenomeno rendendo più facile l’individuazione di queste situazioni. Si tratta di una pratica alquanto diffusa: un utente viene aggiunto in una chat di gruppo senza apparente motivo e poi, al suo interno, vengono pubblicati contenuti contenuti spam.
WhatsApp, come contromossa, ha deciso di offrire una scheda di contesto. Questa proporrà informazioni importanti riguardo il creatore del gruppo, la data di creazione, la descrizione della chat e soprattutto il nome di chi ha aggiunto l’utente. L’idea dietro a questa implementazione è di proteggere gli utenti dallo spam e altre attività illecite, evitando le truffe sempre più diffuse nelle chat di gruppo.
Scheda di contesto e non solo: WhatsApp e il suo continuo impegno contro il proliferare dello spam
Oltre a quanto detto, WhatsApp ha intenzione di implementare un pulsante ben visibile per consentire agli utenti di abbandonare in modo quanto più rapido possibile chat di gruppo sospette.
A livello pratico, si tratta di una strategia simile a quella attuata dall’app per contrastare i messaggi diretti che provengono da un utente sconosciuto, un contesto dove a priori viene segnalato un numero potenzialmente riconducibile ad attività di spam. L’introduzione delle nuove schede consensuali è già iniziata e, secondo quanto sostenuto dalla piattaforma stessa, nel giro di poche settimane dovrebbe essere disponibile per tutti gli utenti.
Questa implementazione è solo l’ultima di una lunga serie che ha interessato WhatsApp. Tra le tante possiamo citare la recente introduzione delle risposte rapide ai messaggi video. Il bello, però, sembra ancora dover venire: secondo quanto emerso nelle scorse ore attraverso un leak, l’app potrebbe presto integrare un sistema di traduzione in tempo reale.