WhatsApp: attenzione alle emoticon, potrebbero essere usate in tribunale

Gli utenti dovrebbero stare attenti alle emoticon usare su WhatsApp in quanto potrebbero essere utilizzate come prove in tribunale.

Porre molta attenzione nei dettagli di una chat su WhatsApp è fondamentale al giorno d’oggi, soprattutto visti i risvolti legali che potrebbero esserci. Secondo quanto riportato infatti, oltre alle parole e alle immagini o ai file multimediali che vengono scambiati in una conversazione, bisogna stare attenti anche alle emoticon. Quelle che per molti potrebbero essere delle semplici e simpatiche faccine o simboli per indicare qualcosa in particolare, potrebbero tramutarsi in conseguenze legali molto rilevanti.

Le emoticon su WhatsApp come elementi di prova

Le sentenze più recenti dimostrano come i tribunali stiano attribuendo sempre maggiore importanza ai contenuti digitali. Un cuore inviato nel contesto di una relazione extraconiugale, un pollice in su in una trattativa commerciale o persino una faccina triste possono diventare indizi capaci di influenzare un giudizio.

Chiaramente ad influire in questo caso è il contesto, siccome bisogna capire dove e perché vengono utilizzate le emoticon nella conversazione su WhatsApp. Basta infatti una semplice emoji per accettare implicitamente qualcosa o magari per diffamare o minacciare una persona. Tutto ciò potrebbe essere usato come prova.

Sentenze e casi giudiziari

Negli ultimi anni, diverse decisioni dei tribunali italiani hanno confermato il peso legale delle emoticon:

  • Un tribunale ha riconosciuto l’uso dell’emoji a forma di cuore come prova in una causa di separazione;
  • Un altro caso ha visto un semplice “pollice in su” trasformarsi in un’accettazione di un contratto non scritto;
  • Alcuni giudici hanno anche considerato i messaggi vocali come espressioni di consenso giuridicamente valide.

Questi episodi confermano che il diritto si sta adeguando alle nuove forme di comunicazione digitale, ampliando il concetto di prova a elementi che, fino a qualche anno fa, sarebbero stati ritenuti irrilevanti.

Consapevolezza nella comunicazione digitale

Alla luce di questi sviluppi, è essenziale essere consapevoli di ciò che si condivide sui social e sulle app di messaggistica. Se da un lato la tecnologia offre strumenti sempre più rapidi ed espressivi, dall’altro ogni interazione lascia una traccia che potrebbe essere usata in sede giudiziaria.

Questo non significa limitare la spontaneità, ma piuttosto considerare le conseguenze di un gesto apparentemente innocuo. Con la crescente digitalizzazione delle prove nei tribunali, anche un’emoji può fare la differenza in una causa legale.

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