Italia, Francia, Germania e Spagna hanno firmato un documento che descrive la comune visione sul tema della tassazione dei “giganti del web”.
La presa di posizione sarà portata a Tallinn il prossimo 15 e 16 settembre nel corso della riunione informale dell’Ecofin.
I quattro Paesi europei spiegano che non è più ammissibile che un’azienda accresca i suoi ricavi senza versare le tasse nelle stesse nazioni dove l’attività viene effettivamente svolta.
L’idea della web tax è sostanzialmente quella di cui si parla ormai da tempo: nel documento si legge che affrontare le sfide dell’economia digitale comporta la “modifica del concetto di stabilimento permanente“.
Anche senza presenza fisica di un’azienda in un certo Paese, a fronte di una “presenza digitale significativa“, la società dovrebbe essere obbligata a costituire una residenza virtuale che la costringerebbe a sottostare alla tassazione sulle imprese.
Se la decisione, una volta passata al vaglio degli altri Stati membri dell’Unione, dovesse essere approvata, “gli equilibri” muterebbero radicalmente in terra europea.
L’intento, però, è quello “sollecitare una imposizione delle imprese che svolgono attività economica in Europa senza corrispondere un livello di tassazione adeguata, mettendo a repentaglio i principi di equità fiscale e la sostenibilità del modello economico e sociale del continente”.