Nelle scorse ore alcune ombre erano calate sulla recente decisione di Microsoft di rilasciare sotto licenza GPLv2 20.000 righe di codice legate al funzionamento della tecnologia Hyper-V per Windows Server 2008.
Secondo alcune fonti Vyatta – società che produce router, firewall e prodotti per reti VPN opensource – avrebbe accusato Microsoft di aver posto in essere l’iniziativa a seguito di una precedente violazione della licenza GPL.
Sia Microsoft che Vyatta hanno oggi smentito le notizie apparse nelle scorse ore sulla stampa. In particolare, Sam Ramji (Microsoft) ha voluto puntualizzare come la decisione di rilasciare i driver Hyper-V LinuxIC (“Linux Integration Components“) sotto licenza GPLv2 non si sia basata su alcun genere di obbligazione di cui si era fatta carico il colosso di Redmond. Semplicemente, il rilascio sotto licenza GPLv2 è stato motivato dal momento che “si tratta della licenza preferita richiesta dalla comunità Linux per l’ampia accettazione e l’adozione di un prodotto”.
Il vicepresidente di Vyatta, Dave Roberts, ha dichiarato che nessuno, nemmeno il principale ingegnere dell’azienda, ha accusato Microsoft di alcun genere di violazione della GPL, così come è stato invece riportato altrove. “Alcune notizie apparse in Rete hanno messo in bocca delle parole agli impiegati di Vyatta” senza che queste siano state pronunciate.
Stephen Hemminger, ingegnere di Vyatta, ha riferito che durante le sue attività di analisi sui driver di rete Hyper-V, parte di LinuxIC, rilevò un problema di licenza. Apparentemente, secondo alcune fonti, il codice a sorgente chiuso di Microsoft avrebbe utilizzato un certo numero di interfacce denominate EXPORT_SYMBOL_GPL. Esse sarebbero utilizzabili solo da parte di programmi rilasciati sotto licenza GPL. La situazione fu segnalata a Microsoft e, conseguentemente, la società si sarebbe resa disponibile alla soluzione della problematica.