Il bollino “Vista Capable” è al centro di una vicenda giudiziaria, negli Stati Uniti. Con la “class action” intentata nei confronti di Microsoft, la società di Redmond viene accusata di aver rappresentato in modo scorretto le reali potenzialità di alcuni personal computer che, di fatto, non erano in grado di fruire di tutte le novità introdotte con Windows Vista. All’epoca del lancio di Vista, infatti, molti consumatori acquistarono sistemi dotati del bollino “Vista Capable” scoprendo poi come alcuni di essi, dal costo più contenuto, fossero in grado solamente di eseguire Vista Home Basic, versione del sistema operativo sprovvista dell’interfaccia “Aero”.
In questi giorni, il giudice federale ha “tolto i sigilli” da una serie di e-mail che si sarebbero scambiati rappresentanti di spicco di Microsoft. All’epoca del lancio di Vista, la società avrebbe abbassato i requisiti minimi per la concessione del bollino “Vista Capable” con lo scopo di tendere la mano ad Intel, non ancora pronta per il nuovo sistema operativo. La scelta di Microsoft ha fatto andare su tutte le furie produttori come HP.
La denuncia nei confronti di Microsoft, presentata da Diane Kelley ed altri, sostiene che Microsoft avrebbe temporaneamente stralciato dai requisiti la compatibilità con il WDDM (Windows Display Driver Model), modello alla base del funzionamento dell’interfaccia grafica “Aero” di Windows Vista, “con lo scopo di raddoppiare il numero dei sistemi compatibili con i requisiti minimi; per aiutare Intel a commercializzare chipset “Vista Capable” sebbene non fossero in grado di supportare WDDM“.
Secondo Rajesh Srinivasan, Intel avrebbe perso circa 600 milioni di dollari nei soli mesi di Aprile e Maggio 2006 se Microsoft non avesse eliminato dai requisiti per l’assegnazione del bollino “Vista Capable” la compatibilità WDDM.
In particolare, la decisione presa da Microsoft consentì ai sistemi basati sul chipset “entry level” Intel 915 di diventare “Vista Capable”.