Le autovetture di Google dotate dell'”intelligenza artificiale” in grado di consentire la guida autonoma del veicolo senza l’intervento del conducente iniziano a far mostra di sé nello stato del Nevada (USA). Le macchine Google sono state avvistate per le strade di uno degli stati americani che è universalmente noto come uno dei più “permissivi”: il dipartimento della motorizzazione civile del Nevada ha infatti rilasciato ai tecnici di Mountain View la prima licenza di guida che dà il via libera ai veicoli intelligenti di Google. L’obiettivo, dopo i test che sono stati condotti sino ad oggi, è quello di verificare come le autovetture Google riescano a districarsi in autostrada così come nelle vie molto trafficate.
Le macchine della società fondata da Larry Page e Sergey Brin non potranno muoversi senza un equipaggio a bordo: le leggi dello stato del Nevada, seppur meno stringenti rispetto alle regolamentazioni degli altri Paesi, impongono comunque che nella “Google-car” ci siano almeno due persone, la prima posizionata al posto di guida – capace quindi di intervenire in situazioni di pericolo – e l’altra seduta accanto, in qualità di passeggero.
Le vetture di Google sono capaci di raggiungere una destinazione predeterminata basandosi su indicatori visivi, software per l’intelligenza artificiale, ricevitori GPS e una vasta schiera di sensori installati sul mezzo. Google, credendo molto su questo tipo di esperimenti, avrebbe assunto numerosi esperti di robotica per migliorare il sistema ed ha precisato di aver già percorso più di 320.000 chilometri dal 2010 su circuiti privati servendosi della guida gestita dal computer di bordo.
I responsabili di Google insistono nell’affermare che gli obiettivi cui sta guardando l’azienda sono la prevenzione degli incidenti automobilistici, la riduzione delle emissioni inquinanti grazie ad un utilizzo meglio calibrato del mezzo, introdurre un concetto di guida nuovo perché a tutto pensa il veicolo.
Il parco macchine dotato dell’intelligenza artificiale Google è formato da sei Toyota Prius, un’Audi TT ed una Lexus RX450h.
È comunque dall’Italia che si rivendicano l’idea e gli esperimenti che hanno fatto da “apripista” a Google: già a metà 2009, infatti, gli accademici dell’Università di Parma avevano presentato al mondo BRAiVE (acronimo di BRAin drIVE), veicolo sul quale erano stati installati numerosi sensori (telecamere e laser) capaci di acquisire, in tempo reale, dati relativi al mondo circostante quali la presenza di altri veicoli, di persone, di qualunque ostacolo e lo sviluppo della carreggiata. I laboratori del progetto VisLab hanno presentato un veicolo funzionante, in grado di trarsi d’impaccio nel traffico e frenando autonomamente quando necessario (ved. il sito web ufficiale per tutti i dettagli in merito).