La fibra ottica Fastweb, secondo recenti stime, entro il 2020 dovrebbe raggiungere 13 milioni di imprese e famiglie italiane e sarà presente in più di 500 città.
Come nel caso di TIM e di qualunque altro operatore di telecomunicazioni – tranne che prendendo in esame Open Fiber (la cui rete è interamente in fibra in tecnologia GPON (Gigabit Passive Optical Network, sebbene Open Fiber venda i suoi servizi all’ingrosso e non direttamente alla clientela finale) – anche prendendo in esame i servizi di connettività Fastweb c’è fibra e fibra.
Lo ha voluto ribadire AGCOM (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che ha introdotto i cosiddetti “bollini“, riconoscimenti grafici che permettono di riconoscere a colpo d’occhio, ad esempio, le offerte completamente in fibra (colore verde e sigla “F”, FTTH o FTTB) e quelle in cui è coinvolto, almeno per una breve tratta, l’utilizzo della vecchia rete in rame (FTTC/FTTE) o di un link radio (wireless). Queste seconde opzioni di connettività sono contraddistinte dal bollino giallo con la sigla “FR”.
Maggiori informazioni nell’articolo Copertura fibra e ADSL: i bollini AGCOM indicheranno tecnologia usata e velocità della connessione.
È previsto anche un bollino rosso (lettera “R”) con il quale vengono descritte le tecnologie di connettività basate su rame (ADSL) o link radio (HiperLAN e simili).
Tutti gli operatori di telecomunicazioni sono obbligati a usare la rappresentazione grafica scelta da AGCOM.
Sempre secondo l’Autorità, a dicembre 2018 gli accessi con velocità di trasferimento dati superiori ai 100 Mbps erano solo il 3,15% del totale; tra 30 e 100 Mbps solamente il 4,55%: Banda larga e ultralarga: in Italia quasi la metà delle linee oltre i 30 Mbps.
Inutile dire che fatta eccezione per le aree metropolitane e i centri più popolosi, la connettività FTTH (rete “tutta fibra”) a 1 Gbps è tutt’altro che diffusa lungo la Penisola. Le aree coperte sono in continuo ampliamento e Fastweb stessa, oltre che estendere la sua rete, ha da tempo avviato una collaborazione con Open Fiber al fine di commercializzare i suoi servizi di connettività appoggiandosi alla rete interamente in fibra dell’azienda compartecipata da Enel e CdP: La fibra Open Fiber 1 Gbps arriva in altre città d’Italia: l’elenco completo.
Non solo. Fastweb utilizzerà la rete Open Fiber nelle città via a via raggiunte con investimenti privati sia le aree bianche, coperte con investimenti pubblici: Fastweb e Open Fiber: collaborazioni in 80 città oltre che sulle aree bianche.
Nell’articolo Copertura fibra e ADSL: i bollini AGCOM indicheranno tecnologia usata e velocità della connessione, abbiamo riassunto le differenze tra le varie architetture usate per i collegamenti in fibra ottica e perché Open Fiber definisce “a prova di futuro” la sua scelta di usare la tecnologia GPON (e successive evoluzioni) per la sua rete FTTH.
Copertura Fastweb: le differenze tra le varie soluzioni tecniche nel caso delle offerte fibra
Lo sanno tutti. Per verificare la copertura Fastweb in qualunque zona d’Italia, basta portarsi in questa pagina e inserire comune di residenza, indirizzo e numero civico.
La verifica della copertura Fastweb, come fanno altri fornitori, mostra una stima della velocità di trasferimento dati che è lecito attendersi dopo l’attivazione di un eventuale rapporto contrattuale. L’indicazione della banda verosimilmente disponibile in downstream e in upstream viene elaborata utilizzando vari fattori come, ad esempio, nel caso delle utenze FTTC, la distanza dell’immobile da servire dall’armadio stradale o, nel caso delle FTTE (vedere FTTE, fibra ottica su rete rigida: che cosa significa) dalla centrale.
Suggeriamo di incrociare il dato fornito dal test di Fastweb con le informazioni restituite dal sito BroadbandMap AGCOM. Sebbene si tratti di uno strumento bistrattato da alcuni (che parlano di dati in molti casi poco attendibili), durante le nostre verifiche abbiamo potuto verificare la massima aderenza delle informazioni pubblicate su BroadbandMap rispetto alla situazione reale.
AGCOM non ha ufficialmente chiarito l’origine dei dati: secondo quanto previsto nella Determina Direttoriale 1/16/DSD i dati rilevati dagli operatori di telecomunicazioni devono essere periodicamente trasmessi ad AGCOM: “l’Autorità costituisce, tramite periodico aggiornamento richiesto agli operatori autorizzati, una banca di dati di tutte le reti di accesso ad Internet di proprietà sia pubblica sia privata esistenti nel territorio nazionale, dettagliando le relative tecnologie nonché il grado di utilizzo delle stesse“. E ancora: “I soggetti di cui all’art.1 della Delibera n. 7/16/CONS (ovvero “Tutti i soggetti pubblici e privati detentori delle infrastrutture di rete che forniscono il servizio di accesso ad Internet“) sono tenuti a comunicare all’Autorità i dati utili alla costituzione del “Sistema di mappatura”“.
Quelle di BroadbandMap non sono pertanto considerabili come semplici stime delle velocità ottenibili in downstream/upstream basate sulla distanza dell’utenza da servire dalla centrale e/o dall’armadio stradale.
Come spiegato al punto 2) dell’articolo Verifica copertura fibra: gli strumenti da usare, suggeriamo di accedere a BroadbandMap, cliccare su Fisso cablato (new) in alto e portarsi nell’area d’interesse. Si avranno così preziose indicazioni sulle tecnologie disponibili e sulle velocità raggiunte in zona sia in downstream che in upstream.
Cliccando sui simboli posti sulla mappa, si leggeranno le prestazioni ottenibili in corrispondenza di ciascun numero civico.
Nel caso di copertura FTTH, Fastweb mostra il messaggio seguente:
Qualora, invece, la connettività fosse erogata su fibra “misto rame” (giallo, “FR”) ovvero con lo schema FTTC, si potrà comunque leggere un’indicazione come quella che segue:
La dizione “fibra misto rame Fastweb” conferma che in strada, nelle vicinanze dell’immobile da servire, è installato un cabinet/box Fastweb (può presentarsi anche sotto forma di un “pozzetto”) con gli apparati DSLAM necessari per gestire il traffico dati interamente sulla rete dell’operatore (detto OLO), a parte ovviamente l’ultimo tratto in rame.
Può però comparire anche il messaggio “fibra misto rame” senza l’indicazione “Fastweb”. Questo significa che la connettività viene fornita sì con lo schema FTTC ma usando la tecnologia VULA (Virtual Unbundling Local Access).
Come spiegato in questa pagina sul sito Wholesale di TIM, offre questo servizio (insieme con quello denominato NGA, vedere più avanti) agli operatori che desiderano fornire connettività alla clientela finale senza investire – almeno in aree specifiche – sull’installazione di infrastrutture proprie.
Nel caso di VULA, come conferma anche Fastweb in questa pagina di supporto, l’operatore proprietario della rete di accesso mantiene il controllo del segmento della connessione che va da casa del cliente fino alla centrale di zona dove è presente il punto di raccolta dell’operatore telefonico alternativo. Esattamente come avveniva/avviene nel caso delle ADSL erogate in modalità bitstream.
Il messaggio “fibra misto rame (BS-NGA)” indica invece che il punto di raccordo tra la rete dell’operatore proprietario e quella dell’operatore affittuario avviene in un punto “più a monte” rispetto al caso VULA. È un po’ il caso peggiore perché con lo schema VULA si è più vicini, con la propria utenza, al fornitore della connettività.
Per spingersi oltre i 100 Mbps, nelle aree dove Fastweb indica “fino a 200 Mbps” è necessario utilizzare un modem router capace di supportare il profilo 35b: ne abbiamo parlato nell’articolo Cos’è il profilo 35b per la fibra ottica FTTC e come funziona.
Ricordiamo che con tutti i provider italiani è possibile scegliere e usare un modem router alternativo rispetto a quello proposto: Modem fibra: quando usarne uno alternativo e come sceglierlo.
Suggeriamo, infine, anche la lettura dell’approfondimento Verifica copertura fibra: gli strumenti da usare.