Intel e NVIDIA hanno annunciato un’intesa, di durata complessiva pari a sei anni, avente come obiettivo quello di porre fine ad una lunga disputa in materia di brevetti. La società guidata da Paul S. Otellini verserà a NVDIA la somma di 1,5 miliardi di dollari per poter accedere al portafoglio dei brevetti detenuti da quest’ultima. Intel potrà quindi attingere alla tecnologia di NVIDIA relativa ai suoi processori grafici ed al supercomputing mentre NVIDIA sarà libera di trarre vantaggio di parte delle informazioni relative alla proprietà intellettuale di Intel, inclusi i dati riguardanti microprocessori e chipset. L’accordo esclude tuttavia alcuni elementi di design della piattaforma x86 proprietari di Intel ed altree aree come la memoria flash.
Una stretta di mano storica che ha un’importanza fondamentale sia per le due aziende coinvolte sia per ciò che riguarda le conseguenze sull’intera industria dei personal computer. Jen-Hsuan Huang, presidente e CEO di NVIDIA, ha dichiarato che “l’accordo di cross-licensing appena siglato permette ad Intel di integrare le tecnologie di NVIDIA nelle proprie CPU – come i processori Sandy Bridge -, comprese quelle che sono coperte da brevetto. Da parte nostra, invece, potremo costruire processori – parlo del Project Denver, di Tegra e degli altri tipi di processori che realizzeremo nel futuro – traendo vantaggio dalla proprietà intellettuale di Intel.“.
Jen-Hsuan ha aggiunto che NVIDIA non ha la benché minima intenzione di produrre processori x86: “il nostro obiettivo consiste nel capitalizzare al massimo la crescente popolarità che si stanno guadagnando le CPU ARM (…) NVIDIA vuol costruire il processore del futuro“.
Il miliardo e mezzo di dollari configura quello con Intel come l’accordo di portata più ampia mai firmato da NVIDIA. Secondo solo ai 500 milioni di dollari versati da Sony per l’integrazione della tecnologia NVIDIA nelle PlayStation 3.