La funzione “Dov’è” di Apple è un servizio di localizzazione che consente agli utenti di individuare la posizione fisica dei loro dispositivi. Il sistema è disponibile sia su iOS che su macOS. Gli utenti Apple dovrebbero abilitare sempre “Dov’è” per scongiurare il rischio, nelle situazioni peggiori, di perdere l’accesso ai dispositivi personali.
Ma davvero può succedere di non avere più il controllo di un sistema Mac regolarmente acquistato e di non riuscire più a recuperare quanto memorizzato al suo interno? Sì, può accadere e a raccontare la sua emblematica avventura è Paul McMahon, fondatore di un’azienda che si occupa di individuare nuove figure lavorative per programmatori software specializzati.
L’esperienza negativa vissuta e raccontata a McMahon a ottobre 2023 ha però avuto un lieto fine a dicembre 2023, a pochi giorni dal Natale. Grazie all’intervento diretto, niente meno che di Tim Cook in persona. Ne parliamo più avanti.
Utenti Apple a rischio senza la funzione Dov’è abilitata
McMahon spiega di aver accidentalmente scambiato il suo MacBook Air con quello di un altro viaggiatore durante i controlli di sicurezza in aeroporto. Dopo aver realizzato l’accaduto, il manager ha denunciato l’accaduto e consegnato alle Autorità preposte il sistema altrui, all’apparenza identico in tutto e per tutto al suo. Dopo diverse settimane, un soggetto residente negli Emirati Arabi Uniti si è fatto avanti informando McMahon di essere in possesso del suo portatile Apple.
A parte le notevoli difficoltà per rientrare in possesso del suo MacBook e i costi rilevanti che McMahon ha dovuto sostenere, all’avvio del sistema ha notato la presenza di un ID Apple che non riconosceva. Il laptop risultava quindi inutilizzabile perché bloccato con una coppia di credenziali (ID Apple e password) non note.
La disattivazione del blocco all’avvio dei dispositivi Apple può essere impossibile
L’autore ipotizza che l’altra persona abbia cancellato il contenuto del MacBook riconfigurandolo con un ID Apple sotto il suo controllo, prima di restituirlo. Apple, tuttavia, ha rigettato tutte le richieste di disattivare il blocco nonostante McMahon avesse dimostrato di essere l’acquirente originale di quel sistema.
Il proprietario del MacBook, a malincuore, dice che quello che fino a poco tempo prima era un suo fido compagno di viaggio, è improvvisamente diventato un soprammobile inutilizzabile (bricked). Questo perché Apple si rifiuta di disabilitare il blocco di attivazione (“Activation Lock“) sul dispositivo, nonostante le indicazioni riportate in questa pagina di supporto. Il blocco è attivato automaticamente quando un utente configura “Dov’è” sul MacBook ma la persona residente negli Emirati Arabi Uniti ha a sua volta dichiarato di non conoscere l’Apple ID visualizzato all’avvio del sistema.
L’attivazione della funzionalità Dov’è sarebbe stata risolutiva
Gli utenti Apple che attivano la funzione Dov’è sui loro dispositivi possono beneficiare di una serie di vantaggi concreti. Diventa ad esempio possibile individuare la posizione esatta del proprio iPhone, iPad, Mac, Apple Watch o AirPods su una mappa interattiva.
Quando si dovesse perdere un dispositivo Apple od esso fosse sottratto, la modalità smarrito di Dov’è consente di rintracciarlo, emettere un suono, mostrare un messaggio personalizzato sullo schermo o bloccarlo a distanza per proteggere i dati in esso contenuti.
Come strumento accessorio, Dov’è consente anche di condividere la propria posizione con amici e familiari: si tratta di una caratteristica utile per attivare la tracciabilità reciproca in situazioni come incontri, viaggi o attività all’aperto. Si possono inoltre impostare notifiche di arrivo quando un’altra persona sta per raggiungere un luogo specifico.
Nell’incidente occorso a McMahon, l’attivazione di Dov’è avrebbe potuto anche impedire che il MacBook venisse “azzerato” da un altro utente.
L’uso della modalità di ripristino non ha sortito alcun effetto
McMahon racconta di aver provato anche ad avviare il suo MacBook nella modalità di ripristino, con la speranza di poterlo almeno reimpostare alle condizioni di fabbrica. Tuttavia, anche in modalità di ripristino, il sistema mostra il messaggio che chiede di disabilitare il blocco di attivazione collegato all’ID Apple sconosciuto. Questo indica che il blocco di attivazione ha reso inaccessibile l’unità di memorizzazione del MacBook, rendendo il notebook di fatto inutilizzabile anche nella modalità di ripristino.
Il chip di sicurezza Apple T2 consente un massimo di 90 tentativi di sblocco del sistema. Esaurendo questi tentativi, l’accesso al disco dovrebbe essere impossibile ma, sulla carta, dovrebbe essere ancora permesso “azzerare” il contenuto del MacBook proprio usando la modalità di ripristino. Eppure non ha funzionato.
La stessa modalità di ripristino chiede di disabilitare il blocco di attivazione, il comportamento previsto se Dov’è risulta attiva. Ma non quando la stessa funzione non è in uso.
MacBook finalmente sbloccato, con l’intervento di Tim Cook, CEO Apple
La disavventura raccontata da McMahon ha fatto rapidamente il giro del mondo. Nonostante tutto il clamore sollevato, però, nessuno di Apple si è fatto sentire e ha offerto un qualunque tipo di aiuto per sbloccare il MacBook divenuto tristemente inutilizzabile.
Seguendo il consiglio di un suo collega, il manager ha voluto fare un ultimo tentativo inviando un’email a Tim Cook in persona. Lo racconta in un post dal titolo “Unbricking my MacBook took an email to Tim Cook“.
Quattro giorni lavorativi dopo l’invio dell’email al numero uno di Apple, McMahon ha ricevuto una risposta da uno degli assistenti esecutivi di Cook. Nelle due settimane successive, si sono susseguite email e telefonate, attraverso le quali i responsabili della Mela sono riusciti ad approfondire la questione.
Hanno confermato che il contenuto del MacBook era stato cancellato a metà agosto 2023 (dopo che McMahon lo aveva perso in aeroporto) quindi segnalato come smarrito da un account iCloud appena creato, con un indirizzo email che iniziava con “p”. Le richieste di sblocco avanzate dal manager venivano respinte in base alla politica Apple che esclude il ripristino di dispositivi segnalati come smarriti, anche dietro l’esibizione di una prova di acquisto in originale. Tuttavia, grazie alla documentazione prodotta da McMahon, Apple ha accertato la “paternità” del suo MacBook e ha provveduto a forzarne lo sblocco a distanza.
Apple non considera quanto accaduto come una potenziale vulnerabilità
McMahon riflette sul fatto che Apple non considera quanto accadutogli nel novero delle vulnerabilità di sicurezza. Quanto meno, il manager insiste sul fatto che la Mela dovrebbe rendere più chiaro il processo di configurazione della funzione Dov’è al momento dell’attivazione di un nuovo MacBook. Astenersi dall’utilizzare questo strumento, come evidenziato nell’articolo, potrebbe infatti avere gravi conseguenze.
Illustrando il caso al team di Apple Security Research, la segnalazione è stata respinta senza rilevare alcun problema di sicurezza, neppure potenziale.