Il 2014 potrebbe segnare l’arrivo dello standard USB Power Delivery (PD). L’idea è quella di liberarsi definitivamente di caricabatteria ed adattatori: una comune presa USB permetterà di alimentare dispositivi elettronici di più grandi dimensioni prevedendo un incremento dei valori di tensione e corrente in gioco. Grazie alla potenza di 100 Watt, il valore massimo al momento raggiungibile, si potranno alimentare senza problemi notebook, monitor e stampanti.
La diffusione di USB PD (che, secondo le stime, dovrebbe iniziare a prendere piede solamente nel 2015) permetterà di ridurre notevolmente i rifiuti elettronici eliminando la necessità di utilizzare caricabatterie e trasformatori di tipo proprietario. Un obiettivo, questo, ancora lontano da raggiungere perché molto probabilmente i produttori di hardware potrebbero continuare ad inserire nelle confezioni dei loro dispositivi caricabatterie di tipo tradizionale ancora per lungo tempo.
L’indiano Ajay Bhatt, coinventore dell’interfaccia USB, è convinto del successo che potrà riscuotere Power Delivery. Bhatt ricorda che USB può veicolare sia energia che dati: un computer, ad esempio, può quindi pilotare un altro hardware alimentato via USB stabilendo per quanto tempo debba essere alimentato. Una possibilità che ben si inserisce nell’ottica dell'”Internet delle cose” (gli oggetti si rendono riconoscibili e acquisiscono intelligenza grazie al fatto di poter comunicare dati fra di sé ed accedere ad informazioni aggregate da parte di altri).
Bhatt, che ha inventato l’interfaccia USB ormai 20 anni fa, ha aggiunto che il prossimo passo consiste nel rendere il cavo USB “flippable“: il connettore USB potrà essere ugualmente collegato in un verso o nell’altro (cosa che oggi non è possibile). L’auspicio di Bhatt è comunque quello di vedere, nel prossimo futuro, accanto alle tradizionali prese a due o tre poli anche il connettore USB a muro.