Il comportamento del motore di ricerca Google viene continuamente aggiornato non soltanto lato server, spesso facendo impazzire chi si occupa di SEO.
Lo strumento più utilizzato a livello mondiale per cercare sul Web (83% delle quote di mercato secondo Statista, luglio 2022, seguito da Microsoft Bing con quasi il 9%) è tuttavia frequentemente oggetto di modifiche che si riflettono sull’esperienza d’uso.
Nell’articolo sui trucchi e segreti per cercare con Google abbiamo visto che inserendo più termini tra virgolette (doppi apici) nella casella di ricerca Google restituisce solamente pagine Web contenenti le parole specificate nell’esatto ordine in cui sono state scritte.
Con una nota pubblicata sul blog ufficiale Google spiega come cambia da oggi l’uso delle virgolette nella casella di ricerca.
Racchiudendo più termini tra doppi apici Google adesso mostra sempre le pagine Web che contengono le stesse parole nell’esatta sequenza con cui sono state digitate dall’utente ma propone uno snippet ossia un estratto del testo in cui è evidenziato il punto esatto in cui i termini appaiono.
Mentre in precedenza il testo scelto da Google per i risultati delle ricerche non necessariamente conteneva quanto racchiuso tra virgolette, adesso lo snippet esporrà in bella mostra il punto, nel testo della pagina Web selezionata, ove compare la frase scritta dall’utente.
In precedenza il motore di ricerca Google non si comportava allo stesso modo perché a volte i termini cinti dai doppi apici si trovavano in aree del testo che non si prestano a creare snippet utili. Venendo incontro alle richieste avanzate dagli utenti, adesso la query tra virgolette apparirà sempre nel testo di ciascuno dei risultati proposti da Google.
Google ricorda che in alcuni casi il testo digitato dall’utente al momento dell’invio dell’interrogazione di ricerca potrebbe continuare a non apparire nei risultati. Questo è dovuto al fatto che il motore di ricerca controlla ad esempio il contenuto della metatag description, dell’attributo ALT usato per descrivere il contenuto delle immagini, le stringhe contenute nell’URL della pagina. Tutti elementi che non compaiono nel layout della pagina quando visitata da browser ma che sono comunque presenti “dietro le quinte”.
Infine, l’evidenziazione in grassetto delle query di ricerca nei risultati è attiva su desktop mentre non funziona sui dispositivi mobili.