L’affaticamento oculare quando si guarda un monitor o uno schermo di un dispositivo elettronico può dipendere da diversi fattori. Una delle principali responsabili di questo fenomeno, che impatta direttamente con il benessere fisico di ciascun utente, è la luce blu emessa dal display. La presenza di riflessi sullo schermo o una luce ambientale intensa può costringere gli occhi a uno sforzo aggiuntivo. L’utilizzo di schermi a bassa risoluzione con pixel visibili può rendere difficile la messa a fuoco così come la prolungata esposizione senza pause ad attività con monitor, smartphone, tablet e così via.
Nell’articolo in cui parliamo di come risolvere il problema degli occhi stanchi, abbiamo citato come aspetti da valutare, per esempio, il posizionamento e l’ergonomia, la luminosità dello schermo e il tema scelto (quello scuro può essere certamente causare problemi a chi soffre di astigmatismo).
Successo per il monitor Eazeye retroilluminato con la luce naturale, per risolvere il problema dell’affaticamento oculare
Nel corso della sua attività scolastica, il 18enne Louis Huang ha accusato un notevole affaticamento oculare oltre a disturbi del sonno. Sintomi dovuti alle tante ore trascorse dinanzi allo schermo del suo computer desktop.
Non riuscendo a individuare il miglior monitor per PC che gli permettesse di attenuare i suoi problemi alla vista, Huang ha deciso di mettersi a tavolino e costruirne uno in proprio. Così nasce l’idea di Eazeye, un monitor che sfrutta la luce naturale come strumento per retroilluminare il pannello. La luce ambientale permette di ridurre gli effetti di abbagliamento assicurando un’esperienza visiva più confortevole.
Eazeye migliora il concetto di LCD riflettente
Huang non ha inventato il concetto di RLCD ovvero “LCD riflettente”. Tuttavia, ha individuato una soluzione per riflettere la luce ambientale consentendo l’utilizzo del monitor anche in ambienti scarsamente illuminati o bui.
Il monitor Eazeye sembra molto simile a quelli che tutti conosciamo e utilizziamo sulle nostre scrivanie. Diversamente rispetto agli altri prodotti, tuttavia, si apre come una conchiglia. Il sistema di retroilluminazione presente sui monitor classici è rimpiazzato con un pannello brillante in fibra di carbonio bianco che può inclinarsi all’indietro fino a 45 gradi. Il pannello fa rimbalzare la luce ambientale proveniente dall’ambiente circostante verso lo schermo LCD che, nelle giuste condizioni di illuminazione, fornisce un risultato adeguato per il normale utilizzo.
È comunque presente una serie di LED che agiscono come fonte di illuminazione accessoria, attivabile nel caso in cui la leggibilità del monitor non fosse sufficiente. Appoggiandosi solo al pannello posteriore in fibra di carbonio, il dispositivo consuma il 10% di energia elettrica rispetto ai dispositivi tradizionali.
L’idea del giovane risale al 2022 e Huang si è potuto consultare con una serie di esperti nelle tecnologie LCD per verificare la fattività del suo progetto. Una volta appurato che la proposta di Huang era fattibile, i genitori hanno provveduto a finanziare l’impresa giungendo alla realizzazione di un prototipo di successo. Sul sito di crowdfunding Indiegogo è appena iniziata un’ulteriore raccolta di fondi che ha raggiunto il suo obiettivo primario in meno di 24 ore.
Funziona davvero?
L’idea del giovane studente ha solleticato l’interesse di molti: l’approccio è semplice ed è presenta una striscia LED di backup attivabile per illuminare lo schermo con un approccio tradizionale. Il monitor retroilluminato con la luce naturale, tuttavia, può davvero funzionare?
L’esperienza d’uso di Eazeye è paragonabile alla visione di un display E-paper. Come un camaleonte, il display di Eazeye si adatta a ogni ambiente luminoso. Inutile dire, però, che Eazeye è pensato per gli ambienti ben illuminati: può lavorare bene davanti a una finestra o sotto la luce diretta di una lampada o un lampadario. Non è e non può essere considerabile come una soluzione per ogni ambiente e per ogni occasione.