Uno smartphone rotto potrà autorigenerarsi, ecco come

Fino ad oggi, la maggior parte dei dispositivi mobili venduti in tutto il mondo sono realizzati utilizzando materiali plastici e alluminio.
Uno smartphone rotto potrà autorigenerarsi, ecco come

Fino ad oggi, la maggior parte dei dispositivi mobili venduti in tutto il mondo sono realizzati utilizzando materiali plastici e alluminio. Robustezza e resistenza non vanno di pari passo con l’estetica.

A breve, però, grazie ad una nuova tipologia di materiali, detti polimeri ibridi, il dispositivo mobile potrà essere riparato velocemente nel caso in cui dovesse presentare spaccature o semplici graffi.

Il nuovo materiale è stato sviluppato dai ricercatori della Northwestern University aprendo così le porte ad una vasta schiera di possibili utilizzi.

Samuel I. Stupp, direttore dell’Istituto per le bionanotecnologie del polo accademico statunitense, ha spiegato che i materiali appena messi a punto si basano su di un nuovo polimero formato da sezioni di dimensioni infinitesimali che possono essere rimosse e chimicamente rigenerate per molte volte.
Nella struttura del materiale, a livello “nanodimensionale”, vengono usati sia polimeri rigidi di tipo tradizionale, sia i cosiddetti polimeri sovramolecolari.
Questi ultimi, se stimolati, rispondono molto velocemente e possono quindi essere automaticamente rigenerati nelle medesime posizioni.

I possibili utilizzi del nuovo materiale sono evidentemente molteplici. Nel settore dei dispositivi mobili si potranno così creare oggetti che resistono nel tempo e che sono capaci di riparare anche i danni dovuti agli urti.

Inutile dire che i nuovi polimeri potranno essere largamente usati anche in campo medico. Sarà possibile creare tessuti muscolari artificiali od addirittura organi capaci di autorigenerarsi nel caso in cui rilevassero un danno od un funzionamento anomalo.

Certo, ancora molto lavoro dev’essere compiuto ma le ricerche degli accademici statunitensi aprono interessanti scenari per il futuro.

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