Unità SSD PCIe 5.0 senza dissipatore scaldano troppo, attivano il thermal throttling e smettono di funzionare

Uno dei controller più utilizzati nelle unità SSD PCIe 5.0 di ultima generazione tende a evidenziare fenomeni di surriscaldamento. L'azienda ha già pronto il firmware aggiornato ma sottolinea l'importanza di usare un dissipatore di calore adeguato.
Unità SSD PCIe 5.0 senza dissipatore scaldano troppo, attivano il thermal throttling e smettono di funzionare

Gli SSD PCIe 5.0 sono unità di storage a stato solido che utilizzano l’interfaccia PCIe di quinta generazione per la connessione al sistema host. PCIe 5.0 offre una velocità di trasferimento dati teorica massima di 32 GT/s (gigatransfer al secondo), il che la rende due volte più veloce dell’interfaccia PCIe 4.0.

Le unità SSD PCIe 5.0 possono raggiungere prestazioni fino a 16 GB/s sia in lettura che in scrittura configurandosi come dispositivi di storage ideali per applicazioni che devono muovere elevati volumi di dati in tempi brevi. Le unità a stato solido utilizzano generalmente chip 3D NAND TLC e il protocollo NVMe che nell’accesso ai dati permette di ottenere prestazioni superiori rispetto ai tradizionali protocolli di archiviazione.

Problema thermal throttling in agguato con i nuovi modelli di SSD PCIe 5.0

Le prestazioni dei moderni SSD PCIe 5.0 sono ordini di grandezza superiori a quelli degli hard disk magnetomeccanici. Tuttavia, alcuni dei modelli di SSD di ultima generazione soffrono del problema del thermal throttling e addirittura si spengono.

Il thermal throttling negli SSD si verifica nel momento in cui l’unità a stato solido riduce le prestazioni per evitare il surriscaldamento: quando la temperatura interna dell’SSD supera una determinata soglia, il dispositivo diminuisce la velocità di lettura e scrittura dei dati per ridurre la quantità di calore generata. Questa situazione causa ovviamente un rallentamento del sistema e diminuisce le prestazioni complessive dell’unità.

La memoria flash NAND all’interno degli SSD è piuttosto sensibile al calore rispetto agli hard disk tradizionali e nei mesi scorsi è emerso un problema comune con il controller Phison PS5026-E26, piuttosto diffuso nelle unità PCIe Gen5.

Controller Phison PS5026-E26 al centro delle segnalazioni

Già a marzo 2022 Phison sosteneva che le unità SSD PCIe 5.0 di punta richiedono un sistema di dissipazione del calore attivo e ben progettato. Inviando una risposta a Phoronix, i portavoce di Phison hanno confermato il problema con il controller PS5026-E26 impegnandosi a risolvere la questione in modo tempestivo. Anzi, l’azienda ha rivelato di aver messo a punto una nuova versione del firmware che corregge il comportamento anomalo degli SSD di varie marche.

I nostri team di ingegneri del firmware hanno già isolato il problema e apportato le modifiche necessarie alla curva di accelerazione termica entro poche ore dalla segnalazione. Tuttavia, il nuovo firmware deve essere sottoposto al rigoroso processo di convalida di Phison prima che i nostri partner possano rilasciarlo ai clienti. Siate certi che i nostri partner informeranno gli utenti finali non appena l’aggiornamento convalidato sarà disponibile“, si fa presente dalla società che ha voluto evidenziare come il controller E26 in questione preveda comunque l’utilizzo di un dissipatore di calore “ad hoc”. Phison offre la possibilità di acquistare il controller senza dissipatore soltanto per consentire ai clienti di riutilizzare soluzioni di raffreddamento eventualmente già disponibili.

In un altro articolo abbiamo offerto una disamina delle principali caratteristiche del controller Phison PS5026-E26 che permette di trasferire dati fino a 12 GB/s.

Cold boot necessario per riportare in vita alcune unità SSD PCIe 5.0

Ulteriori test indipendenti svolti nel corso delle ultime settimane, hanno messo in evidenza come in alcuni casi le unità SSD PCIe 5.0 affette dal problema del thermal throttling che si spengono automaticamente non riescano più ad avviarsi in modo normale.

ComputerBase, ad esempio, cita il caso delle unità Seagate FireCuda 540: il dispositivo non riprende a funzionare regolarmente se non dopo aver posto in essere una complessa procedura di cold bootIn altre parole, il semplice riavvio del dispositivo di memorizzazione non è sufficiente per ripristinare l’unità a stato solido.

Un cold reboot nel contesto delle unità SSD indica un riavvio completo, in grado di ripristinare completamente lo stato del controller, del firmware e di tutti i componenti.

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