Torna ad essere a stelle e strisce il supercomputer più potente e performante al mondo. Dopo alcuni anni di assenza ai vertici della classifica “TOP500” elaborata dalla “International Supercomputing Conference“, gli Stati Uniti tornano a ricevere la palma d’oro. Il sistema re assoluto su scala planetaria è un “IBM Sequoia” ospitato presso il Laboratorio Nazionale Lawrence Livermore (Dipartimento dell’Energia), in California. Utilizzato dai tecnici della National Nuclear Security Administration (NNSA), ente che si occupa della sicurezza nazionale statunitense riguardo alle armi nucleari ed all’energia nucleare, il supercomputer di IBM ha dimensioni complessive equivalenti al peso di 30 elefanti ed è in grado di lavorare al ritmo di 16,3 petaFLOPS.
Abbreviazione di FLoating point Operations Per Second, il valore FLOPS indica il numero di operazioni in virgola mobile eseguite in un secondo dall’unità di elaborazione centrale (CPU). Un petaFLOP equivale a 1015 FLOPS. IBM surclassa così il supercomputer giapponese (K computer, prodotto da Fujitsu) che nel 2011 fece registrare il record di 10,51 petaFLOPS.
Un’elaborazione che IBM Sequoia riesce a concludere in un’ora di tempo, richiederebbe una batteria composta da 6,7 miliardi di personal computer di tipo tradizionale, lasciati lavorare per 320 anni.
Il supersistema di IBM, che viene tra l’altro utilizzato per simulare esplosioni nucleari, è 1,55 volte più veloce rispetto al “K computer” nipponico e si è rivelato più efficiente consumando un minor quantitativo di energia elettrica.
Nella “TOP500“, consultabile facendo riferimento a questa pagina, al settimo posto spicca comunque un nome italiano: si tratta del supercomputer “Fermi“, installato presso il CINECA, il consorzio interuniversitario senza scopo di lucro con sede a Casalecchio di Reno. Il sistema italiano, composto da quasi 164.000 core Power A2, è accreditato di una performance pari a 1,7 petaFLOPS ed è stato anch’esso realizzato con la collaborazione di IBM.
Sanzio Bassini, Direttore del Dipartimento di supercalcolo CINECA, ha sottolineato l’importanza del progetto “Fermi” che mette finalmente >a disposizione della comunità scientifica italiana un sistema altamente prestazionale per i calcoli più impegnativi in termini di risorse computazionali. “Fermi” offrirà così un valido supporto ai nostri ricercatori, soprattutto a coloro che si occupano di chimica computazionale (studio di materiali innovativi), di astrofisica, di scienze ambientali, di bioinformatica e di studi sul funzionamento dei meccanismi cerebrali.
Dopo la pubblicazione dell’edizione aggiornata della “TOP500“, anche i sostenitori di Linux hanno espresso grande soddisfazione. 462 dei 500 supercomputer in classifica, infatti, sono basati sul sistema operativo Linux. Delle macchine restanti, 25 sfruttano varianti di Unix, 2 eseguono Windows mentre 11 una combinazione di più sistemi operativi.