La taiwanese TSMC, la più grande fabbrica indipendente di semiconduttori al mondo cui si affidano i principali colossi dell’industria (vedere TSMC parla delle future evoluzioni dei suoi processi litografici: chip di dimensioni più piccole e meno consumi), ha confermato di aver subìto un attacco informatico lo scorso 3 agosto.
Un’aggressione malware ha impattato sulla catena di produzione dei chip bloccandone ben l’80% e rallentando in modo significativo le consegne appannaggio di Apple, ad esempio.
TSMC ha rivelato di essere tornata pienamente operativo solamente oggi, dopo aver provveduto alla completa rimozione del malware dalla sua infrastruttura aziendale.
I portavoce della società asiatica hanno fatto presente che tutto ha avuto inizio, purtroppo, con un errore commesso durante l’installazione di un software. Il malware presente nel pacchetto d’installazione, una volta in esecuzione sul sistema locale, ha poi sfruttato le condivisioni di rete per diffondersi all’interno del network.
TSMC si è comunque affrettata a puntualizzare che nessun dato personale e nessuna informazione sensibile è stata sottratta da parte di terzi. I clienti dell’azienda sono stati informati e tenuti aggiornati sull’accaduto.
È la prima volta che TSMC lamenta un problema del genere sulla linea di produzione. Purtuttavia, l’incidente occorso da un lato mette in evidenza l’importanza della supply chain e dall’altro solleva qualche dubbio sulle misure di sicurezza che vengono utilizzate anche in quelle che dovrebbero essere “le migliori famiglie”.