Linux sta progressivamente guadagnando un vantaggio competitivo rispetto a Windows quando si parla di sistemi HEDT (High-End Desktop), macchine progettate per utenti che richiedono elevate prestazioni di elaborazione, memoria e grafica, ma che non necessariamente operano in un contesto aziendale o server.
Lo scheduler del kernel Linux ha dimostrato di essere più efficace rispetto alle varie versioni di Windows nel gestire processori con un elevato numero di core, ad esempio in ambito HPC (High-Performance Computing) e lato server.
Cos’è lo scheduler del kernel
Lo scheduler del kernel è una componente fondamentale dei sistemi operativi moderni, ad esempio Linux e Windows. La sua funzione principale è gestire la distribuzione del tempo di CPU tra i processi in esecuzione nel sistema.
Linux utilizza un algoritmo di scheduling chiamato Completely Fair Scheduler (CFS): cerca di assegnare l’utilizzo CPU in modo equo tra i processi attivi. Ogni processo ha una “quota” di tempo di CPU assegnata in base alla sua priorità. Processi con priorità più alta ricevono una quota maggiore di tempo di CPU. Le priorità dei processi possono essere dinamiche e variare durante l’esecuzione.
Windows utilizza un sistema di scheduling noto come Multilevel Feedback Queue: classifica i processi in diverse code a seconda della loro priorità e delle loro interazioni con il sistema. I processi possono muoversi tra queste code in base al loro comportamento. Il meccanismo di preemption rende possibile l’interruzione di un processo in esecuzione per assegnare la CPU a un processo con priorità maggiore.
A differenza di quanto avviene in Linux, i thread (in un altro articolo vediamo le differenze tra core e thread nel processore) sono gestiti in Windows come unità di esecuzione principali. Ogni thread ha la sua priorità e concorre con altri thread per ottenere il tempo di CPU.
Ubuntu: +20% di performance rispetto a Windows 11 con AMD Ryzen Threadripper PRO 7995WX
Come si comporta una workstation HP Z6 G5 A basata sul nuovo processore AMD Ryzen Threadripper PRO 7995WX Zen 4 con 96 core e 192 thread utilizzando Windows 11 e Ubuntu 23.10?
Secondo i risultati dell’indagine condotta da Phoronix, Linux conferma il suo vantaggio prestazionale rispetto a Windows 11, soprattutto con i processori AMD Ryzen Threadripper.
Nei test con LuxCoreRender, un software di rendering che spinge sulla CPU, Ubuntu 23.10 è risultato più veloce in alcuni casi (DLSC e Rainbow Colors and Prism), mentre Windows 11 si è distinto in altre prove (Danish Mood e LuxCore Benchmark).
Il benchmark Embree, sistema che sfrutta il ray tracing sviluppato da Intel, Ubuntu 23.10 ha primeggiato in tutti i test, dimostrando guadagni significativi a vantaggio degli utenti che vogliono massimizzare le prestazioni in questo tipo di attività. Anche con Intel Open Image Denoise, parte del toolkit di rendering oneAPI, Ubuntu 23.10 ha superato Windows 11 Pro.
Con i benchmark di OSPRay, altro motore di ray tracing, Ubuntu 23.10 è risultato più veloce in diverse categorie, dimostrando l’efficacia di Linux nei workload legati ad operazioni direndering avanzate.
Analizzando quanto emerso dai vari benchmark eseguiti sul sistema di test, Ubuntu 23.10 ha evidenziato un 20% di prestazioni in più rispetto a Windows 11 Pro.
In un altro articolo abbiamo descritto l’affascinante storia dei Threadripper e le condizioni che hanno portato alla loro realizzazione.