Ponendo una vera e propria pietra miliare, i giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno appena stabilito che Uber va considerato come un servizio di trasporti paragonabile a un servizio taxi. I togati hanno quindi esortato i Paesi membri a stabilire le condizioni perché Uber possa continuare ad operare con maggiori garanzie nei confronti degli utenti, dei conducenti e dei singoli stati.
La tesi di Uber è che la società mette a disposizione un’app per interconnettere in modo diretto passeggeri e autisti. La decisione della Corte, invece, porterà a considerare i conducenti delle auto Uber più come dipendenti, con tutte le garanzie del caso.
Nella maggior parte delle nazioni europee, il servizio Uber Pop (mette in comunicazione gli utenti con “normali” automobilisti, in grado di offrire uno o più posti per il trasporto di persone con la propria vettura) è stato bloccato e l’azienda di San Francisco è presente solo con servizi che coinvolgono autisti professionisti.
I portavoce di Uber si sono limitati a dichiarare che la sentenza europea, peraltro inappellabile, non cambierebbe lo scenario perché l’azienda svolge le sue attività in conformità con le leggi sui trasporti.