Twitter spegne 8 candeline fra novità e censura turca

Twitter spegne oggi 8 candeline. Sono infatti già trascorsi otto anni da quando Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone e Noah Glass progettarono il servizio di microblogging divenuto uno dei social network più conosciuti ed utilizzati al...

Twitter spegne oggi 8 candeline. Sono infatti già trascorsi otto anni da quando Jack Dorsey, Evan Williams, Biz Stone e Noah Glass progettarono il servizio di microblogging divenuto uno dei social network più conosciuti ed utilizzati al mondo.
Con un approccio più “easy” rispetto a Facebook, Twitter consente di mettere istantaneamente in comunicazione persone di ogni parte del mondo: ciascuno può dire la propria opinione sui tweet altrui e segnalare a sua volta gli interventi più interessanti.

Oggi Twitter può vantare oltre 241 milioni di utenti attivi (sono molti di più i registrati) in tutto il mondo e, diversamente rispetto a Facebook, il social network poggia su un’audience che utilizza abitualmente dispositivi mobili come smartphone e tablet. Gli utenti che accedono a Twitter da device mobili, infatti, hanno raggiunto ormai il 70% del totale (circa 186 milioni di persone).

Proprio per venire incontro ai possessori di dispositivi mobili, Twitter ha appena rilasciato un aggiornamento che permette di riprodurre i video con un singolo “tap” sullo schermo dello smartphone o del tablet e di visualizzarne le miniature nella timeline. L’approccio è sostanzialmente identico a quello utilizzato da Vine sui dispositivo mobili.

Per festeggiare l’ottavo compleanno di Twitter, la società ha pubblicato una semplice pagina web attraverso la quale si può scoprire rapidamente il proprio primo tweet oppure il primo cinguettio pubblicato da qualunque altro utente, che sia famoso o meno.

Frattanto, c’è anche chi non gradisce affatto Twitter. Si tratta del primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan che ha dichiarato: “sradicheremo Twitter. Non m’importa di cosa ne pensi la comunità internazionale“.
La Turchia si appresta quindi a mettere in atto una durissima attività di censura: primo a farne le spese potrebbe essere Twitter anche se di recente Erdogan aveva minacciato anche la “chiusura” di Facebook e YouTube.

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