Si chiama “Do Not Track” quello speciale campo aggiuntivo inseribile nelle richieste HTTP che il browser web trasmette di volta in volta ogniqualvolta si connette ad un server web remoto e che permette di esprimere il proprio diniego alla raccolta di informazioni personali. Proposto originariamente nel 2009 dai ricercatori Christopher Soghoian, Sid Stamm e Dan Kaminsky, l’intestazione addizionale (“header”) “Do Not Track” è al momento al vaglio del W3C che ne sta valutando l’approvazione come standard.
Ed è proprio in forza della pressione subita dalla FTC (“Federal Trade Commission“) – l’ente americano ha da tempo posto al vaglio le modalità con cui i social network raccolgono e gestiscono le informazioni relative agli utenti – che Twitter deve essersi evidentemente attivata per tempo annunciando il supporto per la funzionalità “Do No Track“. Come altre realtà, infatti, anche Twitter era stata accusata di favorire il tracciamento delle attività dei suoi utenti da parte delle aziende operanti nel settore dell’advertising online, anche all’infuori della piattaforma social (per sapere tutto su tali pratiche, vi suggeriamo la lettura di questo nostro articolo).
Twitter, quindi, abbraccerà “Do No Track” facendo in modo che la richiesta degli utenti di non essere in alcun modo tracciati durante i loro spostamenti sul web possa venire effettivamente presa in carico.
Il meccanismo proposto dal trio Soghoian-Stamm-Kaminsky è ben lungi dall’essere perfetto: è infatti indispensabile, in primis, che il browser web in uso permetta l’abilitazione della funzionalità “Do Not Track” e che il sito web col quale ci si è connessi supporti un sistema di blocco dei cookie gestiti da terzi.
Mozilla Firefox è il browser che allo stato attuale provvede a comunicare a tutti i siti web la propria volontà di non essere tracciati: per attivare “Do Not Track“, basta accedere al menù Strumenti (richiamabile premendo il tasto ALT), Opzioni, cliccare sulla scheda Privacy quindi spuntare la casella Attiva l’opzione anti-tracciamento dei dati personali nel riquadro Tracciamento.
Nel caso di Internet Explorer è necessario cliccare sul pulsante a forma di piccolo ingranaggio, cliccare su Sicurezza, Protezione da monitoraggio quindi impostare manualmente un elenco di siti nei confronti dei quali ci si desidera difendere o prelevare (Scarica un elenco di siti per protezione da monitoraggio online) una lista di URL compatibili con la funzionalità di protezione.
Per il momento Google Chrome non supporta ancora “Do Not Track” anche se la funzionalità è integrabile usando un’apposita estensione e, secondo le indicazioni dei portavoce della società di Mountain View, dovrebbe essere direttamente supportata entro la fine dell’anno. Apple Safari ed Opera, invece, già contemplano la possibilità di attivare “Do Not Track” dall’interfaccia del browser.