Si registrano scintille tra Twitter e Google dopo il lancio, da parte del colosso di Mountain View, della funzionalità “Search Plus Your World“. Il caso si è aperto dopo le dichiarazioni rese da Alexander Macgillivray, consigliere generale di Twitter, che con un aspro cinguettio ha sentenziato: “oggi è un brutto giorno per la Rete Internet” (qui le parole di Macgillivray). La posizione di Twitter è chiara: la manovra intentata da Google, stando ai vertici della società da Evan Williams, minerebbe alla libera concorrenza favorendo di fatto proprietà e servizi “made-in-Mountain View“. “Temiamo che, come conseguenza delle modifiche introdotte da Google, trovare quest’informazione (ci si riferisce al comunicato di Twitter) sarà molto più difficoltoso per tutti. Riteniamo che sia un male per gli utenti, gli editori, per chi produce contenuti e per gli iscritti a Twitter“.
La risposta di Google non si è fatta attendere: a Mountain View, innanzi tutto, ci si dichiara “sorpresi” per l’accoglienza che Twitter ha riservato alla nuova funzionalità “Search Plus Your World“. La società fondata dal duo Page-Brin ha criticato Twitter accusandola di non aver voluto rinnovare un accordo di collaborazione nel mese di luglio scorso. Se la stretta di mano ci fosse stata, spiega Google, il colosso delle ricerche avrebbe fornito a Twitter l’accesso ad uno speciale feed che avrebbe permesso al social network di includere nei risultati, in tempo reale, anche i suoi tweet.
A suo tempo Google aveva assicurato che le informazioni pubblicate su Twitter che fossero rese visibili ai crawler del motore di ricerca sarebbero state comunque indicizzate ed utilizzate per comporre le SERP. Nel messaggio apparso sul profilo Google+ di Google, i tecnici dell’azienda aggiungono che il motore di ricerca si è adeguato alle indicazioni rel=nofollow
che sarebbero state aggiunte ai link di Twitter.
Il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, ha preferito gettare acqua sul fuoco affermando che le novità da poco introdotte, almeno nella versione inglese del motore di ricerca, non favoriranno il social network Google+. Per Schmidt le porte per i concorrenti restano aperte ma c’è bisogno della stipula di accordi ed è auspicabile che gli altri social network, Facebook incluso, offrano un più profondo livello d’accesso ai loro database ed ai loro indici.
Mentre Microsoft ha stretto accordi per il miglioramento di Bing sia con Facebook che con Twitter (secondo alcune indiscrezioni, Twitter avrebbe chiesto al colosso di Redmond 30 milioni di dollari per mettere a disposizione il suo flusso di tweet in tempo reale), al momento Google sembra proseguire in solitaria.
“Search Plus Your World” appare sempre più come un espediente ben congegnato per spronare gli utenti ad abbracciare Google+ e, con un’integrazione così stretta come quella che è stata palesata, sembra ovvio che chiunque desideri migliorare la propria presenza sul motore di ricerca di Mountain View debba necessariamente valutare (anche) l’adozione del social network di Google.