Gli esperti del prestigioso Fraunhofer Institute for Secure Information Technology hanno condotto uno studio approfondito sullo storico software crittografico TrueCrypt.
Dopo le verifiche condotte dal professor Matthew Green e dal suo team che avevano giudicato TrueCrypt come un software “sostanzialmente sicuro” (TrueCrypt è sicuro: terminate le verifiche tecniche), arriva oggi anche la promozione del Fraunhofer Institute.
L’autore di TrueCrypt aveva improvvisamente cessato lo sviluppo dell’applicazione senza pubblicare dettagli e senza giustificare le affermazioni sulla possibile insicurezza del suo programma comparse sul sito web ufficiale del progetto.
Nonostante alcune vulnerabilità, alcune delle quali scoperte di recente dal team Project Zero di Google, TrueCrypt si conferma così – ancora oggi – uno strumento complessivamente solido. Anche perché, come spiegano gli studiosi del Fraunhofer, le falle sin qui emerse non permetterebbero a terzi di decodificare i file cifrati e mettere le mani sui dati altrui.
Il tutto è spiegato nel documento di 77 pagine pubblicato a questo indirizzo.
Agli utenti che ancor’oggi si affidassero a TrueCrypt per proteggere i propri dati, creare “contenitori” crittografati e cifrare partizioni ed interi dischi fissi, suggeriamo di abbracciare l’uso di VeraCrypt, applicazione che prosegue sul solco di TrueCrypt (è considerabile come un “fork”) e che già contiene il codice risolutivo per le varie vulnerabilità sin qui emerse: vedere Crittografare file e unità disco con il nuovo VeraCrypt e Proteggere file e hard disk con password grazie a VeraCrypt.