In un’Italia dove il problema del digital divide è ancora estremamente sentito, l’Europa ha individuato un’isola felice, tanto da essere scelta come esempio di buona politica per ciò che riguarda la diffusione delle reti a banda larga. Stiamo parlando della Provincia autonoma di Trento che, grazie all’innovativo progetto “Trentino in Rete“, ha dato un forte impulso alla diffusione dell’accesso broadband fra cittadini ed imprese.
Il successo trentino non è certo improvvisato. Si è lavorato infatti per tempo, dai primi anni duemila, per investire su “Internet veloce per tutti”: il territorio col quale ci si è misurati non è certo dei più semplici come conformazione. Esso comprende aree a scarsa densità abitativa e zone montane difficili da raggiungere. Per questo motivo la diffusione della banda larga e la drastica riduzione del “divario digitale” è stata possibile “solo attraverso l’intervento pubblico, che non risponde alle logiche di mercato“, si legge sul sito di “Trentino in Rete“.
Un’asserzione che, combinata col lavoro sin qui svolto, è valsa il premio in sede europea nell’ambito della conferenza “Agenda Digitale per l’Europa; il ruolo delle regioni e delle città” tenutasi ieri a Bruxelles.
Nel 2010 già il 52% delle famiglie trentine aveva accesso alla Rete a banda larga (la percentuale più elevata in Italia secondo i dati ISTAT). Sforzo ripagato perché secondo la provincia di Trento l’infrastruttura costruita avrebbe rappresentato la spina dorsale per la crescita economica di un’intera grande comunità.
L’obiettivo è adesso quello di sviluppare la rete in fibra ottica, che dovrebbe raggiungere il 100% della popolazione entro il 2018. Nel frattempo, si vuole ulteriormente ridurre il digital divide con l’utilizzo di tecnologie di trasmissione dati in modalità wireless e garantire una velocità di connessione a 20 Mbit/s.