Negli Stati Uniti si sta discutendo di un possibile divieto di vendita per i router TP-Link. La motivazione? I dispositivi sono considerati troppo vulnerabili, al punto da diventare un facile bersaglio per attacchi hacker. Se la proposta venisse approvata, si tratterebbe del più grande ban tecnologico dal caso Huawei nel 2019.
Un altro colosso nel mirino degli USA: questa volta è TP-Link
La posizione di TP-Link è molto dominante negli Stati Uniti, con una quota di mercato che arriva al 65%. I suoi router infatti sono estremamente diffusi e risultano molto popolari anche per quanto riguarda le offerte dei gestori telefonici. Questi gli propongono ai loro clienti come apparati di base per la connessione in casa. La scelta di estromettere l’azienda cinese dal mercato statunitense porterebbe dunque ad un impatto molto forte e non solo sull’azienda stessa ma anche su coloro che si servono dei suoi apparati.
Le falle di sicurezza dei router TP-Link che preoccupano il governo USA
Tutto è partito da una ricerca di Microsoft che ha dimostrato la vulnerabilità di alcuni router TP-Link. Degli hacker sarebbero infatti riusciti a sfruttare delle falle presenti all’interno di cui si dispositivi, attaccando le istituzioni occidentali.
E doveroso riportare che almeno per ora non esiste alcuna prova che porti ad un coinvolgimento diretto di TP-Link in episodi di spionaggio contro il governo USA. TP-Link ha risposto alle accuse ed ha dichiarato di essere pronta a collaborare con le autorità americane. Lo scopo è dimostrare che i suoi dispositivi rispettano gli standard di sicurezza richiesti.
Secondo gli esponenti cinesi presenti all’ambasciata di Washington invece si tratta di un pretesto. L’obiettivo, secondo i portavoce orientali, sarebbe quello di ostacolare le aziende cinesi. La Cina, dal suo canto, dichiara che farà del suo meglio per difendere i suoi interessi. Seguiranno comunque aggiornamenti in merito alla vicenda.