Le agenzie governative hanno a più riprese fatto pressioni sui big dell’IT affinché attivassero delle backdoor nei loro prodotti e servizi permettendo indagini e verifiche rapide in risposta ad imminenti problematiche relative alla sicurezza nazionale.
“Esortazioni” simili si sono moltiplicate dopo i fatti di Parigi e l’attentato a San Bernardino, in California. Agenzie di spionaggio finanziate dai governi, però, ed è questo il timore di molti, sembrano però voler far sempre di più leva sul tema della difesa dalle azioni terroristiche per attivare un monitoraggio globale sui cittadini.
Nel corso di una lunga intervista rilasciata dal numero uno di Apple, Tim Cook, ad una televisione statunitense, il CEO della Mela ha voluto chiarire il suo punto di vista (e quello dell’azienda) sull’argomento.
Cook ha spiegato che non è possibile impiegare mezze misure. Apple non fornirà a terzi i dati degli utenti, tanto meno quelli memorizzati nei loro dispositivi. Inoltre, non è possibile sacrificare l’uso della crittografia sull’altare della sicurezza nazionale.
I dispositivi mobili dei clienti Apple, ha spiegato Cook, contengono informazioni sensibili, dati sanitari e di salute che non possono e non devono cadere nelle mani altrui.
Certo, se sulla scorta delle osservazioni recentemente presentate anche dal presidente Barack Obama, le aziende dell’IT fossero obbligate a fornire i dati degli utenti, anche Apple dovrà adeguarsi a tali disposizioni, ha spiegato Cook. Fintanto che i dati saranno cifrati, però, Apple non potrà far nulla – ha aggiunto ancora l’amministratore delegato della Mela – perché la società non possiede le chiavi per accedere a tali informazioni.
L’utente Apple ed il cittadino, quindi, continueranno ad avere gli strumenti per crittografare i propri dati rendendone impossibile la lettura da parte di soggetti terzi non autorizzati. Ed Apple, lo ha ribadito Cook, non inserirà alcuna backdoor.
“Se si aggiungesse una backdoor“, ha osservato Cook, “tale backdoor verrebbe prima o poi a conoscenza di tutti e non sarebbe quindi al limite utilizzabile solo ed esclusivamente dalle forze dell’ordine“.
Per quanto riguarda l’utilizzo della forza lavoro in Cina per la realizzazione dei prodotti Apple, Cook ha spiegato che non si tratterebbe di una questione economica ma della perizia che le aziende estremo-orientali avrebbero ormai raggiunto nella produzione e nell’assemblaggio della componentistica.
Il CEO di Apple ha poi gettato acqua sul fuoco in materia fiscale: secondo Cook, la Mela sarebbe l’azienda che negli Stati Uniti verserebbe più tasse. Le recenti diatribe in materia fiscale, quindi, non avrebbero alcun fondamento e si ridurrebbero ad una mera questione “politica”.
Interrogato infine sull’eventualità che Apple possa realizzare un “veicolo autonomo” capace di prendere decisioni e spostarsi nel traffico usando l'”intelligenza artificiale”, Cook si è limitato ad una risata: “Apple sembra ormai avere più segreti della CIA“, ha scherzato preferendo non pronunciare una sola parola in più.