Tim Berners-Lee, “il padre” del World Wide Web, ha da tempo espresso le sue preoccupazioni per la strada che da più parti è stata imboccata. Il 64enne informatico britannico, insignito del premio Turing 2016, ha spesso registrato come il Web tenda ad essere sempre controllato da pochi soggetti, che in barba ai principi di neutralità della rete il traffico dati viene sempre più limitato a seconda della tipologia e della provenienza, che sull’utilizzo di standard condivisi c’è ancora molto da fare, che online la lotta alle fake news deve essere più efficace e salire di livello, che i dati personali degli utenti vengono ancora oggi utilizzati con troppa superficialità e ben oltre i limiti consentiti.
Per evitare che nel prossimo futuro cittadini e imprese possano entrare in un sorta di distopia digitale, Berners-Lee è passato oggi all’azione proponendo un “Contratto per il Web” consultabile a questo indirizzo e già condiviso da diverse realtà dell’industria.
Sin dal momento del lancio il “Contratto per il Web” ha ottenuto l’immediata adesione di oltre 150 organizzazioni tra cui Microsoft, Google, Facebook, Amazon, Twitter, DuckDuckGo e gruppi no-profit come la Electronic Frontier Foundation (EFF).
L’iniziativa giunge in un periodo in cui aziende come Facebook e Google hanno dovuto subire una maggiore pressione da parte degli enti regolatori e in particolare dai Garanti Privacy a fronte delle modalità di trattamento e utilizzo dei dati personali degli utenti.
La “ricetta” di Berners-Lee, che costituisce un impegno vincolante da parte dei sottoscrittori, è stata ideata proprio con il preciso obiettivo di inchiodare ciascun soggetto alle sue specifiche responsabilità: e non ci sono solo le aziende ma anche enti governativi e cittadini. Le realtà d’impresa che pur avendo dichiarato il loro massimo impegno non rispetteranno i vincoli contrattuali, saranno presto eliminate dall’elenco dei soggetti sostenitori.
I principi del contratto impongono ai governi di fare tutto il possibile per garantire che tutti coloro che lo desiderano possano connettersi al Web e che la loro privacy sia rispettata. Gli individui dovrebbero inoltre sempre avere accesso a tutti i dati personali in loro possesso e avere il diritto di opporsi o di recedere dal trattamento di tali dati.
Le aziende sono tenute a facilitare l’accesso a Internet, a sviluppare servizi per le persone con disabilità e per coloro che parlano lingue minoritarie.
La rete si basa sul concetto di “fiducia”: le aziende sono quindi obbligate a semplificare le impostazioni privacy fornendo pannelli di controllo attraverso i quali sia possibile accedere ai propri dati personali attraverso un’unica schermata.
Berners-Lee ha osservato che le forze che nel tempo hanno via a via spinto il Web nella direzione sbagliata sono sempre state molto vive e presenti. Adesso è tempo che ognuno inizi a fare la sua parte per invertire la rotta e promuovere un Web che possa ispirarsi di più ai principi fondativi.
Le immagini che ritraggono Tim Berners-Lee sono fornite dal CERN e vengono pubblicate nel rispetto delle condizioni di utilizzo.