Le foto talvolta pubblicate sui social network senza una revisione da parte dei vertici aziendali spesso rilevano in anticipo ciò su cui le aziende tecnologiche stanno lavorando.
Uno dei dirigenti di Intel, Gregory M. Bryant, ha pubblicato un’immagine sul suo account Twitter per poi eliminarla una volta accortosi dell’errore.
L’immagine in questione non contiene tanti dettagli ma conferma che Intel sta lavorando sul successore dell’interfaccia Thunderbolt 4. Il nome non è ancora quello definitivo ma i più parlano di Thunderbolt 5, anche perché si tratterebbe dell’appellativo più ovvio.
L’immagine, ripubblicata da AnandTech, mostra il personale di Intel che sta lavorando su un collegamento fisico (PHY) operativo a 80 Gbps.
È passato solo un anno da quando Intel ha presentato l’attuale Thunderbolt 4 ma l’azienda sembra quindi già prepararsi all’arrivo di un nuovo connettore ancora più performante che raddoppierà le prestazioni attuali portandole appunto da 40 a 80 Gbps.
Esaminando la foto è evidente che si tratta di un collegamento per connettori di tipo USB e che userà la modulazione PAM-3 per scambiare i dati. Questa modulazione è relativamente recente e si basa sull’utilizzo di tre valori di tensione: +V, 0 e -V.
Inviati a coppie i valori delle tensioni possono rappresentare otto terzine di uno e zero. Per esempio, -V seguito da -V rappresenta un binario 000 mentre uno 0 seguito da +V rappresenta 100.
Le modulazioni differiscono a seconda dell’ambiente per evitare la diafonia, il rumore, la generazione di calore eccessivo. Inoltre, vengono inviate più informazioni utili con l’utilizzo di un set di “simboli” più ridotto. Questo ha evidenti conseguenze in termini di efficienza: Thunderbolt 5 sarà in grado di trasferire tre bit di dati (-1, 0, +1) in due cicli con un’efficienza di un bit e mezzo (1,5) per ciclo. Il dato è del 50% superiore alle codifiche NRZ (Non-return-to-zero) e PAM-2 (due bit: 0 e 1) usate nelle attuali versioni di Thunderbolt.
La compatibilità con USB-C dovrebbe essere scontata: Thunderbolt 5 dovrebbe quindi davvero portare a un significativo aumento della banda disponibile su tale interfaccia senza la necessità di adattamenti gravosi.
Intel sembra già aver realizzato nei suoi laboratori un chip che implementa il nuovo collegamento fisico. La sigla N6 fa forse riferimento al fatto che è basato sul processo costruttivo a 6 nm di TSMC.