Nell’era del tutto sul cloud, c’è ancora una larga fetta di utenti che apprezza i tradizionali client email, specie se moderni, aggiornati e dotati di tutte le funzionalità per gestire i propri archivi di posta elettronica. Come abbiamo visto nell’articolo sulle differenze tra webmail e client email, i tradizionali programmi per la gestione della posta elettronica sanno ancora farsi apprezzare. Per dirne una, perché consentono di gestire più account email attraverso la stessa interfaccia invece che obbligare l’utente a tenere aperte più schede del browser in contemporanea.
Thunderbird è certamente uno dei software più apprezzati per la gestione della posta elettronica, una delle alternative ad Outlook più “gettonate”. Nato a fine 2004 sotto i migliori auspici, l’applicazione ha dovuto fare i conti con un ciclo di vita piuttosto incerto, soprattutto quanto Mozilla realizzò che le spese per mantenere in vita il progetto erano divenute insostenibili.
Eppure, a distanza di quasi 20 anni, Thunderbird è ancora vivo e vegeto. Anzi, alcune scelte azzeccate potrebbero davvero renderne lo sviluppo sostenibile.
La storia di Thunderbird: dal passato incerto al futuro sostenibile
Ryan Sipes, responsabile di MZLA Technologies Corporation, organizzazione incaricata dello sviluppo di Thunderbird sotto il controllo diretto di Mozilla Foundation, ha recentemente tracciato un bilancio sul client di posta open source spiegando ciò che è cambiato negli ultimi anni e fornendo qualche anticipazione sul futuro dell’applicazione.
Sipes racconta di aver cominciato a lavorare a tempo pieno su Thunderbird dal mese di novembre 2017. Non si può però parlare del client email Mozilla se non si “riavvolge il nastro” fino al 2012, quando Thunderbird passò da un progetto finanziato e sviluppato da Mozilla Corporation a un progetto gestito dalla comunità.
Uno dei problemi più importanti che hanno segnato l’esistenza di Thunderbird è il fatto che il programma, nonostante fosse un prodotto molto amato con oltre 20 milioni di utenti, non aveva entrate sostanziali che potessero sostenerne lo sviluppo. Chi gestiva un progetto così grande era costretto a sostenere il costo dello sviluppo, della manutenzione, delle correzioni e della distribuzione del software. Ci sono stati alcuni tentativi di rendere il progetto sostenibile (ad esempio, Mozilla Messaging), ma alla fine non hanno funzionato.
Sopravvivere con un team di sviluppo davvero ridotto all’osso
Se da un lato Thunderbird poteva contare milioni di utenti attivi, dall’altro non poteva contare su linfa vitale dal punto di vista economico. Nel 2017, racconta Sipes, con le donazioni degli utenti, fu possibile assumere tre persone: uno sviluppatore, un responsabile dell”infrastruttura e un Community Manager. Il team era decisamente troppo scarno per i compiti da gestire. Ma tant’è.
Sipes racconta: “dire che quel periodo è stato impegnativo sarebbe un eufemismo. Thunderbird era mantenuto da un team ridotto all’osso. C’erano lunghi periodi in cui non riuscivamo nemmeno a compilare il software. Inoltre, non c’era una vera organizzazione o una guida su dove stavamo cercando di andare. C’erano idee contrastanti all’interno della comunità, e sembrava difficile raggiungere un consenso“.
Con la minaccia di un’imminente abbandono del progetto Thunderbird, i responsabili del client di posta svilupparono una roadmap e provarono a traghettare il progetto fuori dalla palude. “Era ancora un po’ caotico“, ammette Sipes, “ma era un caos più organizzato“.
Da quel momento il team di Thunderbird ha cominciato a mettere ben in evidenza che era necessario il supporto attivo degli utenti, con finanziamenti liberi, per tenere in vita il progetto. Ha funzionato e il sostegno ricevuto ha permesso di avviare una riorganizzazione totale.
Sotto l’ala di MZLA Technologies Corporation, il team che lavora su Thunderbird si è organizzato molto meglio e ha potuto risolvere molti dei problemi che rendevano così difficile lo sviluppo.
La nuova sfida di creare client di posta per Android e iOS
Quando Thunderbird ha iniziato a rialzare la testa, si è cominciato a fare le cose un po’ più in grande. Così, il team ha provato a gettare le basi per lo sviluppo di un client di posta “aperto” per Android. Anche l’applicazione di terze parti K-9 Mail per Android affrontava una sfida di sostenibilità, esattamente come quella che Thunderbird aveva dovuto affrontare poco tempo prima.
Così il team di Thunderbird e l’autore di K-9 hanno deciso di unire le forze per creare una versione di Thunderbird per Android basata sul motore di K-9 Mail.
Sebbene se ne parli almeno da metà 2022, ancora il nuovo client di posta per Android non è pronto. Sipes rivela tuttavia che i giochi sono quasi fatti: “presto lanceremo Thunderbird per Android, costruito sulle eccellenti basi di K-9 Mail, che il team ha costruito e continua a migliorare“.
Thunderbird per Android sarà pronto per il debutto entro gennaio 2024. Il prossimo anno inizierà il lavoro per portare Thunderbird su iOS.
Nuove fondamenta per il Thunderbird del futuro
Il responsabile del progetto Thunderbird racconta che l’appellativo Supernova assegnato alla release 115 si ispira a un'”esplosione cosmica”: “sapevamo che avremmo dovuto far saltare alcune cose e ricostruirle“. Il codice alla base del funzionamento di Thunderbird era infatti vecchio ormai di 20 anni e condivideva per larga parte quello del browser Firefox.
Codice così preistorico rendeva estremamente difficile risolvere bug persistenti o aggiungere nuove funzionalità. Spesso una piccola modifica rompeva qualcosa in una parte completamente diversa dell’applicazione e ci voleva molto tempo per capire il motivo.
Gli sviluppatori deli client email hanno quindi avviato un processo di ricostruzione di alcune parti fondamentali di Thunderbird (gran parte dell’interfaccia utente, dell’elenco dei messaggi e delle aree di visualizzazione dei messaggi di posta,…) Questa procedura ha dato vita a un percorso di “futurizzazione” di Thunderbird per guardare ai prossimi 20 anni.
E Sipes lancia anche una “frecciatina” ai nomi noti: “i più grandi provider stanno creando funzioni e strumenti che funzionano solo all’interno dei loro walled garden. Parlano di privacy ma conservano comunque l’accesso a tutti i messaggi degli utenti. Rendono sempre più difficile l’uso di client come Thunderbird perché vogliono che gli utenti usino esclusivamente le loro app per fare cassa“.