La ricerca spaziale è stata portata avanti, storicamente, dalla NASA e da altre agenzie. Il progetto ThumbSat, però, vuole adesso offrire a tutti la possibilità di esplorare lo spazio, a costi tutto sommato contenuti.
Come? Utilizzando piccoli satelliti, con una struttura simile a quella di un pallone aerostatico.
Si tratta di oggetti equipaggiati con un microcontrollore, un trasmettitore per le comunicazioni, una videocamera ed un modulo GPS per il tracciamento della posizione istantanea del satellite.
Grazie alle loro dimensioni contenute, i satelliti di ThumbSat possono essere lanciati in orbita sfruttando lanci già programmati dall’azienda o da società di riferimento. I piccoli satelliti, infatti, possono inseriti nei razzi e, quindi, portati nello spazio sostanzialmente a costo zero.
I satelliti ThumbSat, una volta in orbita, possono iniziare a raccogliere dati che saranno poi inviati alle 50 stazioni di ricezione sparse per l’intero globo terrestre.
Il funzionamento dei piccoli satelliti è garantito per un paio di mesi. Oltre tale lasso di tempo, potrebbe tipicamente iniziare la discesa (i satelliti esploderanno a causa dell’attrito con l’atmosfera, una volta che saranno attratti dalla forza di gravità della Terra).
Il progetto ThumbSat è stato ideato da Shaun Whitehead, ingegnere aerospaziale che spiega come l’obiettivo sia quello di accelerare i progressi nella ricerca, rendendola possibile anche da parte di realtà meno strutturate e con minori fondi. Il lancio di un minisatellite costerà intorno ai 20.000 dollari.
Per maggiori informazioni, è possibile fare riferimento al sito ufficiale dell’iniziativa.