Il lancio di Threads, avvenuto un pompa magna lo scorso luglio, ha visto un numero enorme di iscritti nei primissimi giorni dal lancio.
Nonostante ciò, a quanto pare, qualcosa non funziona come dovrebbe sulla nuova piattaforma di Mark Zuckerberg. A dimostrazione di ciò, la stessa non è ancora disponibile in Europa, proprio viste alcune politiche di raccolta dati non propriamente limpide.
A poter frenare il social network, che si candida come alternativa a X (ex Twitter), sono però anche altri potenziali problemi. A quanto pare, infatti, Threads è già entrato nei mirini di hacker e criminali informatici, proponendo una serie di rischi enormi a chi apre un account su tale piattaforma, soprattutto se si tratta di un’azienda.
Secondo una ricerca di CSC, sono state individuati ben 428 domini registrati con il termine Threads in un solo mese (tra il 26 giugno e il 27 luglio 2023) molti dei quali propongono una sorta di collegamento con altri brand esistenti. Ciò significa che, una parte consistente di essi, può essere ricondotta a potenziali attività illecite.
Per CSC, infatti, ciò può portare a possibili violazioni di marchi, con conseguenti attacchi hacker e furti d’identità. E questo trend non sembra ridursi: secondo Veriti, infatti, si parla di una media di 700 domini registrati ogni giorno che hanno a che fare in qualche modo con il nuovo social network.
Queste, però, non sono le uniche minacce legate alla piattaforma.
Threads e i potenziali pericoli da non sottovalutare
Secondo Alexander Applegate, ricercatore senior sulle minacce presso DNSFilter “Threads ha attirato 100 milioni di utenti nella prima settimana, sostituendo ChatGPT diventando l’applicazione più veloce a raggiungere quel traguardo. Durante quella stessa settimana, i ricercatori hanno trovato 200 milioni di URL sospetti associati allo strumento“.
Altro potenziale problema legato all’ambiente aziendale è quello legato al rilevamento della posizione.
Threads ha una funzione per condividere la propria posizione e, se utilizzato con noncuranza da un dipendente, potrebbe rivelare dati sensibili o strategici sulla posizione dell’azienda. Allo stesso modo, i contenuti condivisi su Threads, come qualsiasi servizio cloud, vengono archiviati in server gestiti dal fornitore di servizi. Anche se crittografati, c’è sempre una preoccupazione su come questi dati potrebbero essere utilizzati.
Inoltre, Instagram (e per estensione, Threads) non utilizza la crittografia end-to-end per i messaggi come invece fanno piattaforme come Signal o WhatsApp. Ciò rende potenzialmente vulnerabile il social network ad intromissioni esterne.
L’ultimo pericolo è quello che riguarda proprio la connessione tra Instagram e Threads.
Questa perfetta integrazione potrebbe comportare rischi per la sicurezza, secondo il blog di AgileBlue. Instagram, Facebook e ora Threads sono tutti di proprietà di Meta e per molti utenti, ciascuno dei loro account Meta condivide le stesse credenziali di accesso tra le piattaforme.
“Ciò rende molto più semplice per i malintenzionati accedere alle informazioni poiché ottenere l’accesso a un solo account alla fine dà loro accesso a tutti gli account Meta“, si legge nel blog.