Un gruppo di ricercatori della Georgia State University ha presentato i risultati di una interessante studio riguardo la moralità.
I test in questione hanno posto domande su questo tema a GPT-4, noto modello LLM di OpenAI, e un gruppo di studenti universitari. Il fine di questa ricerca è la valutazione del livello di moralità raggiunto dall’Intelligenza Artificiale, prendendo come parametro degli esseri umani.
I ricercatori hanno preparato dieci distinti scenari, alcuni che mostrano comportamenti umani inaccettabili e altri invece del tutto comuni. Rispetto ai singoli casi, poi, è stato chiesto a GPT-4 di valutare il singolo scenario, descrivendo con un commento di 600 parole perché valuta lo stesso moralmente accettabile o meno. Allo stesso test hanno poi partecipato 68 studenti universitari, tutti partecipanti a un corso di filosofia.
Una ricerca che lascia molti dubbi su IA e moralità
Una volta preparate le risposte, sia di GPT-4 che degli studenti, queste sono state proposte a una “giuria” di 299 adulti, valutando le risposte. A quest’ultimi, ovviamente, non è stato il fatto che parte delle stesse fossero il frutto del lavoro di un’IA.
Tenendo presente che la moralità è un qualcosa che resta puramente soggettivo e strettamente connesso a fattori culturali, le risposte di GPT-4 sono state giudicate nel complesso migliori rispetto a quelle degli studenti.
Nonostante ciò, lo stesso gruppo di ricerca ha voluto mettere in guardia rispetto all’IA. GPT-4 infatti, si comporta talvolta come farebbe uno psicopatico. Sebbene è in grado di distinguere i diversi tipi di violazione della moralità, infatti, ma senza valutarli con le “sensazioni”. Secondo i ricercatori, GPT-4 sa bene come rispondere a certi quesiti, ma senza comprendere realmente cos’è la morale.
Come già detto poi, la moralità varia di cultura in cultura e, dunque, determinare in assoluto cosa sia giusto o meno è quantomeno presuntuoso. Nonostante gli sforzi di creare un qualcosa in più di una semplice macchina, allo stato attuale l’IA resta ancora uno strumento privo di emozioni.