Telegram subisce un pesante attacco DDoS e va offline: cos'è successo

Pavel Durov, ideatore di Telegram, mette in diretta correlazione l'attacco DDoS da 200-400 Gbps subìto nelle scorse ore dalla piattaforma di messaggistica con le proteste dei manifestanti a Hong Kong.

Nelle scorse ore molti utenti di Telegram hanno segnalato l’impossibilità di utilizzare il software di messaggistica istantanea così come altre applicazioni per l’invio e la ricezione sicura dei messaggi.

Pavel Durov, ideatore di Telegram, ha confermato le problematiche riscontrate dagli utenti rivelando che si è trattato di un pesantissimo attacco DDoS (Distributed Denial of Service) sferrato verso il network di messaggistica.

Secondo Durov la rete di Telegram sarebbe stata bersagliata senza sosta con qualcosa come 200-400 Gbps di traffico dati rendendo di fatto impossibile l’utilizzo del servizio.

L’imprenditore russo punta il dito contro la Cina spiegando che la maggior parte degli IP dai quali è stato generato il traffico anomalo appartiene proprio al Paese di Pechino e puntualizzando che non è la prima volta che accadono incidenti simili.

Durov è quasi certo che il blocco di Telegram via DDoS sia stato disposto a livello governativo per impedire ai manifestanti che in questi giorni stanno protestando nelle strade di Hong Kong, opponendosi alla sempre maggiore pressione esercitata dalla Cina, di colloquiare tra di sé in maniera sicura.

Immaginate un esercito di lemming che improvvisamente, tutto insieme, accede nei locali di un fast food e pretende di essere subito servito con un panino saltando la coda già presente“, è stato il commento di Durov spiegando con una semplice analogia cos’è un attacco DDoS.

Gli attacchi DDoS vengono solitamente posti in essere usando contemporaneamente numerose macchine che insieme costituiscono una botnet: tutte insieme vengono utilizzate per inviare un numero elevatissimo di richieste verso l’infrastruttura di rete bersaglio dell’aggressione. L’esaurimento delle risorse dei sistemi attaccati, proprio in seguito all’attacco DDoS, ha come conseguenza la mancata erogazione del normale servizio ai client collegati, quindi anche ai normali utenti.

Durov si era recentemente scagliato contro il “falso senso di sicurezza” che offrirebbero piattaforme concorrenti come WhatsApp: WhatsApp non potrà mai essere un’app sicura: parola dell’ideatore di Telegram.

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