Il più noto rivale di WhatsApp si presenta in una versione nuova che porta con sé diverse novità di rilievo.
Telegram rivendica la possibilità di supportare gli utenti dell’app di messaggistica nella creazione e gestione di comunità di grandi dimensioni formate da centinaia di migliaia di utenti. Le chat formate da un numero davvero ampio di iscritti possono essere chiassose, confusionarie, complesse da gestire sia per chi le amministra che per coloro che vi partecipano.
Per favorire la leggibilità dei contenuti delle chat, i gruppi con più di 200 membri possono adesso abilitare i topic: essi consentono di creare spazi separati per qualsiasi argomento.
I topic funzionano come chat individuali all’interno del gruppo e supportano i rispettivi media condivisi e le impostazioni di notifica. I membri sono liberi di intervenire nelle discussioni affrontando qualsiasi argomento e usando tutte le funzioni che Telegram mette a disposizione: ad esempio i sondaggi, i messaggi in evidenza e i bot.
Telegram introduce inoltre il concetto di username collezionabili: prendendo spunto dagli NFT (Non-Fungible Token) e dal loro funzionamento, l’app di messaggistica ideata da Pavel Durov (ha definito WhatsApp uno strumento di sorveglianza) permette di creare valore intorno ai nomi utente.
Gli utenti di Telegram e i loro gruppi o canali possono essere facilmente trovati tramite un username. Oltre ai nomi utente adesso è possibile assegnare diversi username collezionabili a ciascuno dei propri account e alle chat pubbliche.
La proprietà degli username collezionabili è garantita da TON (The Open Network), una rete blockchain veloce e scalabile. Gli utenti di Telegram possono quindi creare, acquistare e vendere gli username collezionabili attraverso una nuova piattaforma: essa offre un modo semplice e sicuro per acquisire e scambiare identificativi Telegram di valore.
A differenza degli username di base, gli username collezionabili possono essere lunghi meno di 5 caratteri: è quindi possibile ottenere nomi unici come @news o @game. Una volta acquisito, un utente ha il pieno controllo sul proprio username collezionabile, potendolo scambiare o conservare per un uso successivo.
Trascrizioni dei messaggi audio anche sui videomessaggi: speech-to-text
A giugno 2022 è stato presentato Telegram Premium ossia la versione di Telegram a pagamento: per utilizzarla è necessario attivare un abbonamento mensile che parte da 3,99 euro mensili se l’utente installa l’app direttamente tramite il sito del produttore e non tramite i più famosi app store attivandola quindi con PremiumBot.
Fin dal momento del lancio gli abbonati a Telegram Premium avevano la possibilità di convertire in testo qualsiasi messaggio vocale, per quei momenti in cui è più comodo leggere piuttosto che ascoltare. L’aggiornamento Telegram appena rilasciato estende la stessa funzionalità speech-to-text ai videomessaggi: toccando la lettera “A” mostrata sotto a un contenuto video, gli utenti Premium possono così ottenere una trascrizione istantanea del testo.
Nel rilasciare il nuovo aggiornamento il team di sviluppo si è scusato per il ritardo affermando che “Apple ha impiegato due settimane per revisionare l’update“.
Come già accaduto in passato, quando Durov si lamentava del blocco Apple di un aggiornamento rivoluzionario, il numero uno di Telegram ha così tuonato: “Apple afferma di rivedere le app entro 24 ore ma, secondo la nostra esperienza, ci vogliono almeno 7-10 giorni prima che qualsiasi aggiornamento significativo del prodotto raggiunga l’App Store“.
Durov aveva precedentemente accusato la Mela di ritardare gli aggiornamenti per settimane senza alcuna giustificazione sostenendo che Apple intralcia le applicazioni Web, Telegram compreso.