Il primo telefono satellitare fu presentato nel 1989 da Motorola. Si tratta di un dispositivo che ha permesso di superare i limiti della rete GSM (lo standard 2G, di seconda generazione, dai quali poi sono scaturiti tutti i successivi aggiornamenti): per poter comunicare telefonicamente in qualsiasi zona isolata del pianeta, terrestre e marittima, dove non sono presenti antenne terrestri il telefono satellitare era e rimane una concreta soluzione. Si pensi alle regioni più isolate del mondo come montagne, grandi foreste, deserti, le aree in mezzo all’oceano e quelle polari.
In forza del suo ridotto utilizzo, l’utilizzo del telefono satellitare comporta anche costi più elevati rispetto a quelli della telefonia cellulare. Con il tempo anche i telefoni satellitari, prima di dimensioni importanti, sono diventati più leggeri e compatti.
Nella telefonia satellitare il dispositivo mobile dialoga con un ricetrasmettitore satellitare dislocato su un satellite per le telecomunicazioni in orbita geostazionaria oppure LEO (Low Earth Orbit). I satelliti Starlink vengono proprio posizionati nell’orbita terrestre bassa. Telefono e satellite devono ovviamente trovarsi in perfetta visibilità ottica (line-of-sight).
L’utilizzo delle costellazioni di satelliti LEO ha permesso di creare telefoni satellitari ancora più “maneggevoli” proprio per il fatto che essi devono dialogare con una ricetrasmittente che è posizionata a 600-1200 km dalla superficie terrestre e non a 36.000 km come nel caso dei satelliti geostazionari.
È evidente che il segnale percorre distanze molto più brevi utilizzando satelliti LEO anziché geostazionari con evidenti benefici in termini di latenza, banda, qualità del servizio e costi.
Smartphone satellitare: Apple in prima linea e c’è un grande interesse da parte dei concorrenti
Con la presentazione dei suoi iPhone 14 Apple ha tolto il velo da un servizio sul quale stava lavorando da tempo con vari partner.
Chiamato Emergency SOS via satellite si tratta di uno strumento che viene portato al debutto a novembre 2022 negli Stati Uniti e in Canada (per poi portarlo nelle altre parti del mondo). Come la Mela spiega nella pagina dedicata al funzionamento di Emergency SOS via satellite, si tratta di un servizio che permette ai possessori di iPhone 14 di comunicare la propria posizione a un servizio di soccorso.
Oltre alla funzione di geolocalizzazione è possibile specificare il motivo per cui si sta effettuando la richiesta di emergenza selezionandolo tra varie alternative precompilate.
Il servizio di supporto agli utenti è gestito direttamente tramite il personale dedicato Apple che provvede ad attivarsi anche presso autorità e soccorsi per prestare aiuto nel più breve tempo possibile.
Emergency SOS via satellite è un’ottima idea perché porta in un dispositivo compatto come è un moderno smartphone una tecnologia che fino a qualche tempo fa si trovava soltanto nei più voluminosi telefoni satellitari.
Solo per il fatto di avere in tasca un iPhone, quindi, ci si può trarre d’impaccio anche nelle situazioni più spiacevoli, anche quando ci si trovasse in un’area non coperta dalla rete mobile tradizionale.
La medesima funzionalità può essere sfruttata anche per trovare un iPhone perso: un servizio come Trova il mio iPhone e l’app Dov’è permettono di individuare la posizione di un iPhone che non fosse più sotto copertura WiFi o di rete mobile terrestre proprio grazie all’invio di messaggio via satellite.
Le comunicazioni tra smartphone con supporto Emergency SOS via satellite e ricetrasmittente in orbita LEO avvengono nella forma di messaggi testuali: allo stato attuale non è possibile effettuare una chiamata vocale o scambiare dati come si fa su rete mobile nelle zone sotto copertura 4G e 5G di TIM, Iliad, Vodafone e Wind Tre.
I satelliti LEO utilizzati da Apple sono di proprietà di Globalstar, azienda statunitense che a febbraio 2022 aveva annunciato l’intenzione di acquistarne ulteriori 17 proprio con l’obiettivo di fornire il servizio di connettività a un importante cliente su scala planetaria. Con la presentazione degli iPhone 14, si è capito che il cliente era proprio la Mela.
Stando a quanto emerso, le comunicazioni tra iPhone a terra e ricetrasmettitore satellitare in orbita LEO avvengono sui 2,5 GHz. E si pensi alla configurazione che è stato necessario implementare lato satellite per captare il debole segnale emesso da un dispositivo compatto (peraltro sprovvisto di un’antenna esterna) come può essere un iPhone.
Tramite il sistema operativo iOS l’iPhone indica all’utente che utilizza il servizio Emergency SOS via satellite come deve spostare il terminale per ottimizzare il dialogo con il ricetrasmettitore in orbita.
“Tieni presente che gli alberi con fogliame leggero potrebbero rallentare la connessione e il fogliame denso potrebbe bloccarla. Anche colline o montagne, canyon e strutture alte possono bloccare la connessione“, osserva Apple a conferma che il problema dell’attenuazione del segnale è concreto. “Non è necessario alzare il braccio o tenere in alto il telefono ma non metterlo in tasca o nello zaino” si legge ancora.
Le comunicazioni satellitari sono gestite invece dal SoC Qualcomm Snapdragon X65, un chip integrato che supporta anche le reti 5G terrestri e consente di trasferire dati fino a 10 Gbps in mobilità (è stato presentato a febbraio 2021).
L’interesse dell’industria è però veramente vivo: oltre ad Apple si stanno muovendo Starlink (Elon Musk) con T-Mobile, Huawei e Google (l’azienda ha confermato che i dispositivi Android integreranno presto una connessione satellitare). Da produttore di SoC, anche MediaTek ha affermato di essere quasi pronta con un suo prodotto commerciale.